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Intervista a Marco Nocivelli, Presidente di ANIMA.
Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. In tal senso – ogni martedì – Maria Grazia Persico intervisterà le prime linee di aziende direttamente coinvolte nel tema che desideriamo approfondire.
Anima nella qualità di associazione di rappresentanza federata Confindustria, rappresenta una parte significativa del contesto industriale italiano. La pandemia ha ovviamente comportato cambiamenti a livello di settore e di impresa. Dovendo riassumere lo stato dell’arte ad oggi quali sono gli aspetti e le condizioni su cui il settore gioca la sua ripartenza?
Dallo scoppio della pandemia la meccanica italiana ha subito un duro colpo. Il decreto Rilancio e il Superbonus potranno rappresentare una boccata di ossigeno per molti operatori del settore, stimolando gli investimenti privati tramite l’ agevolazione fiscale. Ma serve sicuramente una spinta maggiore per l’industria, a partire da un piano Industria 4.0 efficace e a lungo termine, che possa incentivare lo sviluppo tecnologico delle aziende. Uno stimolo in questa direzione aiuterebbe l’intero settore manifatturiero, permetterebbe un rinnovamento importante per la competitività del sistema Italia, e, sono certo, farebbe recuperare e crescere i posti di lavoro. In questo senso le misure nell’ambito del Recovery Fund potrebbero essere decisive per dare una svolta.
In secondo luogo, sarà fondamentale riprendere le quote di export perse durante il lockdown; ricordiamo che la meccanica esporta circa il 60% dei propri prodotti. Dall’ultimo sondaggio diffuso dall’Ufficio Studi Anima (a inizio settembre) tra le imprese associate, risulta che 6 aziende su 10 hanno perso ordini all’estero dallo scoppio della pandemia: sarà importante riguadagnare queste quote di mercato e rilanciare l’immagine del Made in Italy in tutto il mondo. A tale proposito sarà importante riorganizzare – e in alcuni casi reinventare – la partecipazione delle aziende alle fiere di settore, punto fondamentale di meeting & exhibition.
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Letteratura di settore e pura attualità ravvisano nella creazione di nuove alleanze su scala nazionale ed internazionale, nel consolidamento del concetto di Made in Italy e nella formalizzazione del lavoro agile all’interno dei contratti di lavoro una modalità per uscire dalla crisi durante e post covid. Qual è la vostra posizione in merito?
In questo periodo storico in cui i viaggi sono limitati e le trasferte sempre più un problema, stringere nuovi rapporti su scala nazionale e internazionale è diventato più difficile e…particolare. Ma questa è la direzione da seguire, creare nuove alleanze e mantenere i rapporti già esistenti per sviluppare una logica di crescita e condivisione. Grazie anche alla stretta collaborazione con ICE-Agenzia, MAECI e SACE-Simest, Anima Confindustria continua a lavorare con gli organi competenti per la ricerca di nuove alleanze e missioni imprenditoriali in tutto il mondo per il rilancio del Made in Italy. Prosegue, inoltre, il partenariato con diverse fiere del settore (MCE, Intralogistica Italia, HOST, Meat-Tech) oltre alla presenza a eventi di carattere internazionale, dove possibile.
Per quanto riguarda la formalizzazione del lavoro agile all’interno dei contratti di lavoro, rappresenta sicuramente un passo avanti per il modello italiano, ma non credo sia un punto cardine grazie al quale si risolleverà l’economia durante il periodo covid e post-covid. Ci sono indubbi vantaggi per i lavoratori e per i datori di lavoro nel ricorso al lavoro agile che, per adesso, sembra la soluzione migliore, ma è bene aspettare di vedere come si evolverà la situazione: penso che si troverà un equilibrio fra lavoro agile e necessità di presenza fisica.
Sguardo al futuro e all’impresa di domani: un sistema impresa efficiente su quali valori dovrebbe poggiare?
La crisi degli ultimi mesi ci insegna che l'impresa del futuro dovrà essere capace di rispondere ai cambiamenti e alle necessità del mercato, pensare alle possibili crisi e agire di conseguenza per prevenirne gli effetti. Nel giro di poche settimane ci siamo ritrovati chiusi in casa, con le fabbriche chiuse o aperte a metà, una situazione impossibile da prevedere, ma che ci è servita per ragionare in un’ottica diversa da quella tradizionale. Abbiamo capito che l’impresa del futuro dovrà essere in grado di potere svolgere le proprie attività anche da remoto, uno dei motivi per il quale è fondamentale oggi sviluppare le tecnologie 4.0. Pensiamo al periodo del lockdown: la lettura a distanza dei dati, alcuni processi di produzione, le attività di controllo e manutenzione: alcune aziende erano già in grado di gestire tali processi da remoto, ma per molte attività è stato impossibile adattarsi efficacemente alla situazione.
Il monitoraggio dei dati e la condivisione in cloud renderà possibile attività da remoto che oggi necessitano la presenza nello stabilimento. Per tutto questo sarà necessario coordinarsi con le scuole e gli istituti superiori per garantire una formazione teorica e pratica, istruendo i giovani al lavoro del futuro. Infine, per l’impresa del futuro, sarà fondamentale ridurre o, ancor meglio, azzerare l’impatto ambientale: essere un sistema in piena armonia con l’ambiente circostante, riuscendo a creare un equilibrio “naturale”. E’ un processo lungo e difficile, ma sarà un vantaggio per tutti e verso questa direzione crediamo che la politica giocherà un importante ruolo di spinta grazie al Green Deal Europeo.
MARCO NOCIVELLI
Classe 1966, Marco Nocivelli inizia la sua carriera presso la Andersen Consulting (oggi Accenture). Dopo un’esperienza di cinque anni in Francia, entra nel 2000 nell’Azienda di famiglia come amministratore delegato di Costan, brand di Epta, gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale. Successivamente, ricopre ruoli strategici per l’internazionalizzazione del Gruppo Epta, di cui è oggi presidente e amministratore delegato. Marco Nocivelli è stato Presidente di Assofoodtec e vicepresidente di ANIMA con delega ai rapporti economici.
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