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Lo scorso 9 luglio si è tenuto via streaming l'Energy Transition Summit. Un'occasione per discutere le proposte dell'IEA per una transizione energetica pulita e resiliente, che comprenda pacchetti di stimolo post Covid. Purtroppo, non tutti i Paesi sono allineati.
Un percorso di preparazione in vista della COP26, con pacchetti di stimolo per affrontare la crisi pandemica da Covid-19. Durante il Clean Energy Transitions Summit dell'IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia)- tenutosi in diretta streaming lo scorso 9 luglio- ministri, amministratori delegati, grandi investitori e rappresentanti della società civile si sono ritrovati virtualmente per valutare e discutere le proposte dell’IEA per una transizione energetica a zero emissioni, pulita e resiliente. Nei mesi appena trascorsi, il consumo energetico mondiale ha subito una forzata battuta d'arresto a causa dei lockdown imposti dai Governi. Impossibile prevedere con certezza se il trend continuerà.
Diventa, dunque, indispensabile prepararsi a qualunque evenienza, fermo restando che gli obiettivi climatici devono restare al centro dell'agenda politica globale. E così il vertice, al quale hanno preso parte 40 Paesi che rappresentano l’80% del consumo di energia e delle emissioni di gas serra, ha dovuto affrontare il complesso argomento della ripartenza energetica post-Covid. A partire, da un lato, dalla necessità di rimettere in moto intere economie e società, dall'altro dall'urgenza improrogabile di contenere le emissioni correlate a tale ripartenza.
Clean Energy Transitions Summit, programmi di transizione energetica
L’Unione Europea e la Corea del Sud hanno promesso, fin da subito, programmi volti alla sostenibilità. Tuttavia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che alcuni Paesi stanno lavorando su piani di ripresa volti a supportare i combustibili fossili, tra cui spiccano i progetti energetici a carbone.
“Il carbone non ha spazio nei piani di recupero di Covid-19”, ha dichiarato fermamente Guterres, ribadendo che le energie rinnovabili rappresentano un’alternativa migliore, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico rispetto al combustibile fossile.
Fonti fossili vs rinnovabili
Uno studio di Global Energy Monitor ha rivelato che la Cina ha in programma di sviluppare quasi 250 GW (gigawatt) di energia alimentata a carbone. Allo stesso modo, anche altri Paesi del sud-est asiatico, come il Vietnam e l’Indonesia, stanno investendo in progetti energetici a carbone. Alok Sharma, Ministro per l'Energia della Gran Bretagna (Paese che ha ospitato il summit), in preparazione del vertice aveva espresso il desiderio che esso producesse risultati tangibili e convincenti, in linea con l'accordo di Parigi. D'altro canto, proprio durante l'incontro IEA, il segretario statunitense per l’Energia Dan Brouillette ha dichiarato l'intenzione di ostacolare qualunque divieto sui carburanti che producono emissioni. “Le energie rinnovabili da sole non possono garantire l’affidabilità del flusso di elettricità in nessuna nazione”, ha dichiarato. “In parole povere, ogni nazione può beneficiare di un mix più ampio di carburanti per mantenere attiva la propria rete”.
Ancora lontano, dunque, l'auspicata unanimità in materia climatica. Resta l'urgenza che, a dispetto di interessi economici pressanti, non deve essere dimenticata.
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