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Intervista a Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato Gruppo Maire Tecnimont.
Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. In tal senso – ogni martedì – Maria Grazia Persico intervisterà le prime linee di aziende direttamente coinvolte nel tema che desideriamo approfondire.
Da dove nasce la necessità per il vostro Gruppo di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
La sostenibilità è entrata nella nostra strategia d’impresa e non è più solo un adempimento regolamentare. È uno dei principi che guida nella trasformazione dei modelli produttivi e delle relazioni con gli stakeholder. In Maire Tecnimont ha assunto progressivamente maggiore peso specifico nel processo decisionale dell’attività’ aziendale in quanto è uno dei principi che guida il nostro agire nel creare nuove opportunità di sviluppo in diverse aree geografiche. Il nostro ruolo, in quanto azienda capofila nella gestione di grandi commesse industriali, combinato al nostro DNA tecnologico ci pone nella condizione di avere un impatto significativo nei territori in cui operiamo, creando local content sia attraverso il trasferimento di competenze, sia interagendo con i fornitori locali.
Il settore in cui operiamo, l’ingegneria e la costruzione di impianti che trasformano le risorse naturali, convenzionali e rinnovabili, in prodotti a più alto valore aggiunto destinati ad alimentare l’industria manifatturiera, è una delle leve strategiche per lo sviluppo industriale di un intero sistema paese. E nell'esecuzione di questi megaprogetti, il rispetto delle più severe regolamentazioni ambientali unito ad una cultura orientata alla sicurezza è uno dei nostri fattori competitivi sul mercato. Da alcuni anni abbiamo, inoltre, avviato un percorso di strategia industriale che ci consente una “messa a terra” dei principi di sostenibilità ambientale in iniziative concrete, tecnologiche e industriali, che producono effetti positivi sull'ambiente. Abbiamo voluto mettere la nostra expertise e il nostro know-how di ingegneri chimici al servizio della transizione energetica e abbiamo creato una società ad hoc, NextChem, per sviluppare soluzioni tecnologiche per l’economia circolare, la chimica verde e la cattura e il recupero della CO2.
Nell'ambito dei progetti per l’economia circolare, abbiamo messo a punto una tecnologia avanzata per il riciclo dei rifiuti plastici, abbiamo installato un impianto a Brescia che ricicla un volume di plastica corrispondente al consumo di un milione di persone e sviluppato una tecnologia per il riciclo chimico dei rifiuti non riciclabili che ci consente di ottenere prodotti chimici pregiati come idrogeno e metanolo da plasmix e CSS, sostituendo l’attuale smaltimento via incenerimento o discarica con il riciclo via conversione chimica. Integrando le nostre due tecnologie di riciclo con l’impiego di energie rinnovabili e produzione di idrogeno verde da elettrolisi abbiamo, infine, definito un modello di distretto circolare che è una soluzione eccellente che unisce economia circolare e decarbonizzazione per la riconversione di siti industriali tradizionali.
L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
Con l’integrazione della sostenibilità all'interno dei nostri fattori strategici, la stessa è diventata uno dei pilastri nelle attività di comunicazione non solo verso l’esterno, ma anche e soprattutto all'interno del nostro network di società operative e cantieri distribuito su 8 fusi orari, che conta più di 9500 persone. Declinandola su tutti i nostri canali di diffusione, la comunicazione è un ponte fondamentale per migliorare la consapevolezza e consolidare quindi i comportamenti. Ce ne siamo accorti già a partire dalla nostra adesione 9 anni fa al Global Compact delle Nazioni Unite, quando abbiamo assunto un impegno a livello internazionale condiviso con tutti i nostri stakeholder, che essi siano clienti, partner tecnologici e fornitori, investitori, comunità locali, o dipendenti del Gruppo. Inoltre, dal 2014 diffondiamo pubblicamente informazioni ambientali attraverso il Carbon Disclosure Project (CDP), l’ente internazionale no-profit specializzato nella valutazione e misurazione delle performance ambientali delle principali società quotate, e siamo in grado di confermare il miglioramento del nostro rating anno su anno. Inoltre, nel 2018 abbiamo avviato l’Health Security and Environment (HSE) Awareness Program, con l’intento di trasmettere a tutti i dipendenti l’importanza di una cultura orientata all'attenzione sulle tematiche di salute sicurezza ed ambiente.
Abbiamo, quindi, lanciato una campagna di comunicazione dedicata in più step in tutte le sedi e cantieri del Gruppo, creando anche un “marchio” proprietario dedicato, Safethink, che fa di ogni dipendente un “ambassador” dello spirito HSE-driven del nostro Gruppo, sia all'interno del team Maire Tecnimont, sia con tutti i soggetti esterni con cui interagiamo quotidianamente. Infine, un aspetto centrale della nostra visione è l’ascolto e dare l’opportunità a tutti i nostri stakeholder interni di contribuire: a tal fine abbiamo creato canali dedicati per inviare e ricevere feedback o suggerimenti in forma anonima mirati al miglioramento della vita lavorativa, oppure relativi alle politiche aziendali.
Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Il Bilancio di Sostenibilità, pubblicato con cadenza annuale, descrive le politiche e iniziative sociali e ambientali rendicontandone i risultati raggiunti. Gli standard più utilizzati per la rendicontazione socio-ambientale sono quelli emanati dal Global Reporting Initiative (GRI 2016) che forniscono indicazioni in merito al processo di rendicontazione e ai contenuti dello stesso. Come descritto nell'ultimo Bilancio di Sostenibilità, il Piano Industriale 2020-2024 approvato dal CdA di Maire Tecnimont include indicatori di sostenibilità ESG (ambientali, sociali e di governance) in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Inoltre, all'interno del Piano, i temi materiali sono stati identificati e prioritizzati a seconda delle diverse linee di business e degli SDG di riferimento. In questo modo il Piano associa obiettivi economico-finanziari e di sostenibilità permettendo una pianificazione strategica integrata. Da quest’anno la reportistica interna e, a seguire, il Bilancio di Sostenibilità misureranno i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di breve e medio termine. Infine, il reporting viene totalmente gestito all'interno, ad eccezione dell’attività di misurazione delle emissioni indotte, che verranno rendicontate a partire da quest’anno. In questo caso - al fine di implementare una metodologia e un sistema robusto di reporting che coinvolge anche la nostra catena di fornitura - si è deciso di coinvolgere un consulente esterno specializzato.
Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione?
E’ prima di tutto un fattore di crescita condivisa, ma non dobbiamo trascurare il fatto che ci rende anche più competitivi sul mercato. Il nostro approccio tecnologico ha origine nel lavoro pionieristico nel settore della petrolchimica. Su queste solide radici abbiamo costruito un modello imprenditoriale che propone continue innovazioni tecnologiche ed esecutive pronte ad essere sviluppate per la transizione energetica e la decarbonizzazione. I nostri tre pilastri per la decarbonizzazione poggiano sulla riduzione delle ricadute ambientali del settore oil&gas, sul riciclo della plastica e sullo sviluppo di sostituti del petrolio per carburanti o plastiche da fonti rinnovabili. Da questo punto di vista la sostenibilità è e sarà sempre di più un driver di crescita.
Allo stesso tempo Maire Tecnimont contribuisce in misura sostanziale allo sviluppo economico dei Paesi in cui opera, come accennavamo prima: gli impatti socioeconomici e occupazionali sono parte integrante della nostra strategia. In questo senso il coinvolgimento degli stakeholder locali impone un approccio alla sostenibilità a tutto campo. La crescente attenzione da parte dei governi dei paesi in cui operiamo, nel catturare e trattenere localmente parte di quel valore aggiunto che si sprigiona con l’esecuzione di mega progetti, si è già tradotta in requisiti necessari per poter operare in un dato paese, come ad esempio l’obbligo di acquistare una quota di materiali e servizi nel paese in cui operiamo, per alimentare filiera e indotto. Oggi acquistiamo localmente più del 50% di beni, servizi, manodopera e formazione per realizzare i nostri progetti, e questo ci rende fortemente competitivi in numerosi mercati, con un approccio ogni volta ritagliato sulle specificità del paese dove eseguiamo il progetto. In questa prospettiva, nel 2020 il Gruppo ha lanciato un progetto strategico pluriennale di In-Country Value (ICV), che vede il coinvolgimento di tutte le region del Gruppo.
In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
Siamo convinti che la crisi globale causata dall'epidemia vada assolutamente vista come un’opportunità storica di guidare il mondo verso una direzione sostenibile. La sfida oggi è riuscire a programmare una ricostruzione che sia rapida ma anche duratura: il Paese ha l’opportunità di trasformare rapidamente gli sforzi per reagire all’ emergenza in azioni di sviluppo per supportare la transizione energetica con una pianificazione di grande respiro, lanciando una roadmap industriale che porti l’Italia, già tra i paesi leader, al primato in Europa nello sviluppo di tecnologie a supporto dell’economia circolare e della chimica verde.
Quindi siamo di fronte ad una grande occasione per supportare la ripresa e al rilancio del paese, guardando al nostro “domani” con un orizzonte temporale di lungo periodo, e allo stesso tempo garantire rapidità’ nelle decisioni da prendere affinché si possa avviare un ciclo di investimenti per risolvere le criticità ambientali delle decadi a venire. Quindi i benefici per le aziende nell'intraprendere un percorso sostenibile sarebbero visibili e misurabili, se si ha la volontà di programmare, il coraggio di innovare e la capacità di implementare iniziative concrete, la cosiddetta “messa a terra” di cui parlavo prima. In quest’ottica noi abbiamo voluto mettere sul tavolo il nostro contributo da tecnologi e ingegneri qual siamo, per rivestire il ruolo di integratori e lavorare per un futuro sostenibile: i “distretti industriali circolari”, che citavo prima, le nostre tecnologie di riciclo chimico che permettono la produzione di gas circolare, idrogeno circolare, metanolo e altre preziose molecole da scarti plastici e secchi non riciclabili, sono esempi della spinta che vogliamo dare.
Pierroberto Folgiero
Nato a Roma nel 1972, si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università L.U.I.S.S., di cui è membro dell’Advisory Board. È Dottore Commercialista ed è iscritto all'albo dei Revisori Contabili UE dal 1995, nel 2003 ha frequentato l’Executive Education Program in General Management presso l’INSEAD a Fontainbleu, Parigi. Ha iniziato la sua carriera presso Agip Petroli (area Amministrazione Finanza e Controllo) e presso Ernst & Young come Experienced Assistant. Nel settembre 2010 entra nel Gruppo Maire Tecnimont come Chief Financial Officer di KT SpA, Società del Gruppo Maire Tecnimont che opera come licensor e contractor nell’ambito dell’oil&gas refining, assumendo poi la carica di Amministratore Delegato della stessa Società dal mese di giugno 2011. Nel maggio 2012 è stato nominato Direttore Generale della Capogruppo Maire Tecnimont, e in aprile 2019 è stato nominato anche Amministratore Delegato di NextChem, società controllata che opera nel campo della chimica verde.
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