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Quali sono le caratteristiche di chi investe in sostenibilità? A costruire un identikit è la piattaforma Ener2Crowd.com, specializzata in lending crowdfunding ambientale ed energetico.
Le attività produttive sostenibili stanno attraendo sempre più investitori interessati alla produzione ambientalmente compatibile e alla transizione energetica. A definire questo aspetto è la piattaforma Ener2Crowd che, attraverso la ricerca GreenVestingForum, ha analizzato i profili degli investitori più sensibili alle tematiche ambientali. Secondo l’analisi dei big data, in base all'indice di "coscienza verde" promosso da Ener2Crowd, i giovani risultano i più sensibili alla sostenibilità. Più sensibili le donne, ma meno attive degli uomini in termini di investimenti.
La ricerca
Lo studio Ener2Crowd ha preso in considerazione due campioni, ripartiti per rispettive fasce anagrafiche: 18-44 e 45-65 anni. La prima osservazione ha avuto una durata di sei mesi e ha riguardato il Campione 1 composto da 500.000 utenti singoli. I parametri presi in considerazione nell'analisi sono l’“interesse” e la “volontà di approfondimento” rispetto ad economia sostenibile e finanza alternativa.
Nel campione 1 il parametro “interesse” riguarda il 43% dei rispondenti tra i 18 e i 44 anni e il 57% tra i 45 e i 65 anni. Il dato che colpisce in questo frangente è la dominanza femminile: le donne oltre i 45 anni rappresentano il 59% del campione. Il parametro “volontà di approfondimento” riguarda per il 44% chi ha tra i 18 e i 44 anni e per la restante percentuale chi va dai 45 ai 65 anni. In questo caso, invece, le donne sono in minor percentuale.
A proposito del campione 2 l’ “interesse verso l’energy crowdfunding” è prevalente tra i più giovani con il 69%. Le donne rappresentano solo il 36% del campione ma distribuite equamente tra le due fasce d’età. Circa il parametro relativo alla “volontà di assumere un ruolo di GreenVestor” il 78% di questi ha riguardato il primo parametro anagrafico. Le donne rappresentano in questo frangente solo il 42% del campione. Volendo tirare le somme, l’investitore sostenibile ha per la maggior parte dai 18 ai 44 anni ed è un uomo.
Le Regioni coinvolte
La localizzazione degli investitori più sensibili alle tematiche ambientali non è equamente distribuita sul territorio nazionale. I dati dicono che l’interesse è prevalente nelle regioni del Nord Italia, seguite dal Centro. Nello specifico, confrontando le aree metropolitane di Milano e Roma è emerso che ben il 68% delle persone che vivono fuori dall'area metropolitana del capoluogo lombardo siano per il 97% interessate ad approfondire i temi legati alla green economy. Nella Capitale la stessa percentuale si attesta all’80%. Volendo stilare una classifica per interesse rispetto a regioni e aree metropolitane:
1) Lombardia, 2) Lazio, 3) Campania, 4) Piemonte, 5) Emilia-Romagna, 6) Veneto, 7) Sicilia, 8) Toscana, 9) Puglia, 10) Liguria, 11) Città metropolitana di Roma, 12) Sardegna, 13) Marche, 14) Città metropolitana di Napoli, 15) Trentino-Alto Adige, 16) Friuli-Venezia Giulia, 17) Abruzzo, 18) Calabria, 19) Umbria, 20) Città metropolitana di Firenze, 21) Città metropolitana di Bologna, 22) Città metropolitana di Torino, 23) Città metropolitana di Milano, 24) Basilicata, 25) Molise e 26) Valle d’Aosta
Le opinioni dei consumatori sulle imprese sostenibili
Il tema degli investimenti sostenibili è sempre più presente nel panorama socio-imprenditoriale italiano, ma c’è ancora poca chiarezza in materia. Quella che sembra essere chiara è l’opinione del consumatore, consapevole e orientato verso nuovi stili di vita sostenibili. Secondo i dati diffusi dall'Osservatorio “Packaging” di Nomisma, il 37% degli italiani ritiene importante salvaguardare l’ecosistema e inserire questa priorità nell'agenda politica. Secondo l’80% del campione, questo obiettivo può essere raggiunto tramite le piccole azioni quotidiane: da qui è emerso che il 36% degli italiani è disposto ad acquistare prodotti con impatto limitato sull'ecosistema e ben il 61% si è dichiarato disposto a modificare le proprie abitudini di spesa. Alla luce di questo, appare chiaro come il vero driver del cambiamento possa essere rappresentato dal consumatore stesso, che mostrerà sempre più attenzione alle scelte sostenibili delle aziende.
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