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La finanza sostenibile negli ultimi anni ha dimostrato di essere uno strumento chiave per incentivare e supportare una crescita economica attenta agli aspetti socio-ambientali e basata su nuovi modelli di business virtuosi.
Oggi molti investitori scelgono i progetti da finanziarie o le aziende da supportare valutando non solo gli aspetti e i rischi economici, ma anche l’attenzione dei destinatati a tematiche ambientali e sociali. L’utilizzo di SRI (Sustainable and Responsible Investment) è in forte crescita ed è confermato anche dall'ultimo report della GSIA (Global Sustainable Investment Alliance), l’alleanza internazionale che monitora i flussi e le strategie SRI. L’ultimo Global Sustainable Investment Review fa riferimento al biennio 2016-2018 ed evidenzia come a livello mondiale si registra una crescita del 34% dell’utilizzo di investimenti responsabili, portando così la quota a 30.700 miliardi di dollari. In particolare, in Europa, la crescita è stata dell’11%, e gli investimenti totali sono stati di 14 mila dollari, anche se la quota europea rispetto al complessivo del mercato mondiale ha subito una lieve flessione, passando dal 53% al 49%.
I dati di questo report si basano sull'analisi delle attività connesse all'attuazione di 7 strategie individuate dalla GSIA: esclusioni, selezione best in class, selezione basata su convenzioni internazionali, integrazione ESG, investimenti tematici, impact investing, engagement. Ad esempio, non sono destinatari di investimento (strategia di esclusione) tutte quelle aziende che hanno nel proprio business espliciti riferimenti a temi come le armi, il tabacco, i test sugli animali; sono privilegiate invece (strategia di engagement) le realtà che, grazie ad un percorso di medio-lungo periodo, hanno integrato progressivamente la sostenibilità nel proprio business e lavorano per incrementare la trasparenza nei confronti degli stakeholder. Un altro esempio di possibili fruitori di investimenti SRI sono le aziende che rispettano particolari normative o standard internazionali definiti dalle principali organizzazioni o iniziative del settore, come il Global Compact, o l’ONU – con l’Agenda 2030.
Nell'ambito del Green Deal, l’ambizioso progetto europeo presentato lo scorso dicembre per facilitare la transizione dell’Europa verso un’economia sostenibile, la Commissione Europea il 14 gennaio 2020 ha messo a punto un piano per raggiungere più rapidamente gli obiettivi che si pone questo nuovo modello economico, l’European Green Deal Investment Plan. Quest’ultimo, grazie allo stanziamento di oltre 1000 miliardi di investimenti europei sostenibili, intende sbloccare l’uso di investimenti pubblici e privati per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU per la sostenibilità. A questo piano è stato affiancato uno strumento ad hoc, il Just Transition Mechanism, ovvero un programma di investimenti che tra il 2021 e il 2027 stanzierà circa 100 miliardi per fornire tutti gli strumenti necessari e l’assistenza a cittadini e professionisti del settore affinché la transizione sia giusta ed inclusiva.
E in Italia? In tema di finanza sostenibile il nostro Paese ha ampi margini di miglioramento, come confermato dai risultati del progetto Finance Fit for Paris (3fP) che ha assegnato all'Italia un voto di 4,4/10. Il progetto inserito all'interno del programma di iniziative di UNEP e WWF, con cui collabora anche il Forum per la Finanza Sostenibile, ha come obiettivo quello di analizzare il livello di evoluzione della regolamentazione dei mercati finanziari europei e internazionali e di rendicontare il progresso dei singoli paesi rispetto agli Accordi di Parigi sul clima.
Vi è quindi ancora molto da fare per le istituzioni e i professionisti del settore finanziario, anche se positivi segnali giungono dal Ministero dell’Ambiente che a gennaio ha creato un gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile. Il team, presieduto da Pier Luigi Petrillo, Capo di Gabinetto del MATT, è composto dai consiglieri economici Leonardo Becchetti e Pierluigi Morone, dai rappresentanti di Banca d’Italia, Banca Nazionale del Lavoro, Intesa San Paolo, Ente Nazionale per il Microcredito, Consob, ICCREA e Cassa depositi e prestiti. Nell'agenda del gruppo la creazione di indicatori ambientali utili a selezionare gli investimenti sostenibili da finanziare, con la finalità ultima di creare una sorta di “ranking ambientale” utilizzabile dalle imprese che intendono chiedere un finanziamento per realizzare i propri progetti.
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