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Da quasi due mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come. In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia.
Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.
Maria Grazia Persico
Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di ESG nella cosmesi sostenibile; a parlarcene è Silvia Boracchi, Sustainability Global Senior VP in Intercos.
Da dove nasce la necessità per l’impresa in cui lavora di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Intercos è partner dei principali marchi della cosmetica, e come tale ha ormai da anni intrapreso il proprio percorso di sostenibilità, valorizzando aspetti che da sempre fanno parte della sua cultura aziendale e facendone una leva competitiva. La sensibilità dei consumatori è particolarmente attenta ai valori che si accompagnano all'immagine del prodotto cosmetico, e di conseguenza anche le aziende produttrici da anni sono attente alla propria “performance di sostenibilità”, estendendo il proprio campo di azione fino a coinvolgere tutti gli attori lungo la supply chain. Le multinazionali sono le aziende più esigenti in questo senso, per motivi di reputazione dei propri brand e per i maggiori impatti generati sull'ambiente, sulla società e sui consumatori in genere.
Noi d’altro canto abbiamo cercato, e tuttora stiamo cercando, di essere promotori e sensibilizzatori sul tema. Siamo partiti con la revisione dei nostri processi interni, lavorando sulle tematiche del sourcing, di materie prime e di packaging, e dell’impatto ambientale dei nostri stabilimenti produttivi. Inoltre, da sempre prestiamo attenzione ai bisogni dei nostri lavoratori e delle comunità che ci circondano, attraverso progetti specifici di inclusione sociale e iniziative mirate. L’obiettivo del nostro Gruppo, per citare il Presidente Dario Ferrari, rimane quello di creare nuovi prodotti e tecnologie per rispondere alle necessità dei brand e del consumatore finale, rimanendo focalizzati sul pensare e sull'essere innovativi. Fare questo, dimostrando attenzione agli impatti ambientali e sociali del nostro operato, significa per Intercos essere un’azienda responsabile e impegnata in uno sviluppo sostenibile.
L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
Negli ultimi anni sono stati compiuti passi in avanti importanti sia sul piano della comunicazione interna che esterna. Per quanto riguarda la prima, ci stiamo dotando di modalità e strumenti che ci aiutino a veicolare, in maniera ancora più efficace, messaggi volti ad informare la popolazione aziendale sui progressi fatti in termini di sostenibilità, portando avanti un’opera di sensibilizzazione che è fondamentale per far sì che questi messaggi attecchiscano. La comunicazione esterna, invece, data la nostra natura di contract manufacturer non è rivolta direttamente al consumatore finale: ciò che comunichiamo, anche in materia di sostenibilità, è destinato principalmente ai nostri clienti. Ovviamente siamo consapevoli che non si tratta degli unici stakeholder con cui interagiamo, per questo motivo recentemente abbiamo scelto di potenziare la comunicazione di sostenibilità per rivolgerci anche alle comunità in cui operiamo e in generale a tutti gli interlocutori potenzialmente interessati ad approfondire la gestione delle tematiche di sostenibilità da parte di Intercos.
Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Abbiamo un sistema di reporting interno dedicato alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, anche piuttosto complesso. La leva che ha portato al suo sviluppo e ad un consolidamento nel tempo è stata senza dubbio la Dichiarazione Non Finanziaria. Prima di questa non esisteva una vera e propria rendicontazione di sostenibilità, nonostante le funzioni coinvolte nei diversi progetti di sostenibilità disponessero da sempre di propri strumenti di raccolta e monitoraggio dati. Va poi aggiunto che il Gruppo Intercos, quando non le singole Società che ne fanno parte, è impegnato oggi in una varietà di rendicontazioni di sostenibilità e CSR. Il pregio della DNF è quello di consentire all'azienda di coprire diversi aspetti in un unico documento, ma a questa durante l’anno si aggiungono altre tipologie di reporting, in alcuni casi dedicate a temi molto specifici, come ad esempio le emissioni di gas serra e l’acquisto di materie prime approvvigionate eticamente. Il sistema di reporting si basa su una rete di comunicazione interna fra gli headquarters e i referenti locali nei diversi paesi dove il Gruppo opera, che hanno acquisto negli ultimi anni una sempre maggiore consapevolezza sulle tematiche trattate e una maggiore padronanza dei dati di rendicontazione.
Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera la Sua impresa, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione?
Con riferimento al settore cosmetico, in particolare al contract manufacturing, la sostenibilità al momento è vista sicuramente più come un fattore competitivo. Come detto in precedenza, le tematiche ESG sono sempre più all'attenzione dei clienti, soprattutto delle multinazionali, anche se vediamo una crescente considerazione anche da parte dei brand emergenti. Quello della “sustainable beauty” o, meglio, della “clean beauty”, è un trend che si è ormai affermato nell'industria cosmetica, e noi abbiamo diversi progetti inseriti in questo filone, che tuttavia presenta alcune notevoli sfide, legate soprattutto alla necessità di sviluppare una strategia coerente e trasversale, che sia compresa e accettata dal consumatore finale, con inevitabili riflessi sul costo del prodotto finito. Quando parliamo di sostenibilità e responsabilità sociale non sempre infatti vi è sufficiente informazione che permetta di comprendere cosa questo significhi davvero per un’azienda. Si tratta probabilmente di un gap comunicativo e culturale, che va risolto se si vogliono ridefinire le vere esigenze di mercato e le scelte di acquisto dei consumatori.
In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa?
Ci sono sicuramente diversi interrogativi su come le imprese gestiranno le tematiche connesse alla sostenibilità e alla responsabilità sociale nel post-emergenza Coronavirus. Sono dubbi leciti, perché da un lato bisognerà cercare di ripartire velocemente, senza troppi condizionamenti, dall'altro non si dovrà perdere di vista le altre sfide del nostro tempo che ci attendono. Una su tutti, il cambiamento climatico. Sempre citando il nostro Presidente Ferrari, Intercos è impegnata per essere all'avanguardia su entrambi i fronti, mantenendo inalterato il proprio cuore e la propria anima. Continueremo a lavorare sotto il profilo degli impatti sociali, sostenendo iniziative a supporto dei nostri dipendenti e delle comunità che ci circondano, e di quelli ambientali, dove lo sforzo converge nella riduzione degli sprechi e delle emissioni. Naturalmente sarà ancora più centrale e prioritario il tema della salute e sicurezza dei nostri lavoratori, che saranno garantite in conformità a tutte le disposizioni vigenti e future, nell'ottica del contenimento del contagio da Coronavirus. Faremo tutto questo senza dimenticarci di chi siamo: l’azienda leader nella progettazione e produzione di cosmetici, punto di riferimento globale nella ricerca e innovazione. Anche in chiave sostenibile.
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