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Proseguono i #SustainableTalks, questa volta con un approfondimento sul settore finanziario, con l'intervista a Emanuele Grassi, CEO di GMA srl, Servicer specializzato nella gestione dei crediti deteriorati (Non Performing Loans - NPL).
Da quasi due mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come.
In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia.
Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.
Maria Grazia Persico
Proseguono i #SustainableTalks, questa volta con un approfondimento sul settore finanziario, con l'intervista a Emanuele Grassi, CEO di GMA srl, Servicer specializzato nella gestione dei crediti deteriorati (Non Performing Loans - NPL).
Sostenibilità economica, sociale ed ambientale: fino ad oggi i tre spaccati sono stati considerati da realtà del settore industriale - raramente hanno coinvolto il mondo finanziario e della gestione del credito. Non vi è dubbio che saranno driver di riposizionamento delle imprese e crescita del nostro Paese nei prossimi anni. A suo avviso in un mercato come quello degli NPL, volto a rendere sostenibile un credito che per svariati motivi era incagliato, quali sarebbero i punti di caduta nel decidere di approcciare questa strategia?
Il tema della sostenibilità è fortemente attuale nel mondo degli NPL e ancora di più in quello parallelo degli UTP (Unlikely To Pay), che per definizione comprendono aziende ancora vive che devono riprogrammarsi anche finanziariamente. In queste situazioni l'operatore deve avere l'abilità di capire come riposizionare l'azienda in modo che questa possa iniziare un nuovo percorso nel lungo periodo, e quindi sostenibile. Più in generale, il mondo delle esposizioni non performanti è arrivato a una maturità tale da non potersi più permettere acquisti inflazionati o jumbo deal indifferenziati; la sostenibilità passa anche da acquisti mirati e asset riqualificati individualmente.
Covid 19 porterà con se incrementi nel portafoglio crediti e annessa necessità di potersi affidare a realtà - già consolidate sul mercato - che sappiano gestirli garantendo etica, performance economica e soluzioni nel medio periodo. In questo modo e grazie al coinvolgimento dell'intera filiera si potrà arrivare o tornare ad una situazione sostenibile: base per un'effettiva e reale ripartenza senza zavorre. In che misura l'approccio alla gestione del credito e l'operatività nel risanarlo fanno la differenza?
Tutti gli operatori si aspettano nei prossimi 6-12 mesi una nuova ondata di NPL-UTP per via degli effetti del Coronavirus. Tuttavia lo scenario a cui andiamo incontro è molto differente da quello del 2009/2010: all'epoca un grosso quantitativo di crediti non performing arrivò sul mercato e di fatto sulla scorta di questa opportunità si è creato un vero e proprio microcosmo, fatto di operatori specializzati nelle diverse asset class e strumenti tecnologici finalmente all'avanguardia. Ora il mondo del recupero crediti è molto più pronto ad affrontare questa situazione, confidiamo che i risultati saranno diversi e la ripresa sarà più rapida.
Per la situazione contingente gli NPL stanno tornando alla ribalta e assecondando i tre pilastri della sostenibilità ci chiediamo: in che misura una loro corretta gestione coinvolge tutti gli stakeholder di riferimento e che cosa rilascia ad ognuno di loro? A livello ambientale come permettono la salvaguardia e il mantenimento di comunità territoriali da sempre basate su un'unica fonte di income? Quali sono i parametri di una reale sostenibilità economica?
Un credito non performante per definizione descrive una situazione bloccata, a testimonianza del fatto che in qualche modo non è sostenibile per il debitore e magari in modo più ampio per il mercato di riferimento. L'approccio virtuoso degli operatori ha come risultato finale la riqualificazione degli asset del debitore nell'economia di tutti i giorni; se fosse un'azienda per esempio, genererebbe nuovo gettito fiscale, nuovi consumi, posti di lavoro etc.
Un immobile in stato di abbandono può significare occupazioni abusive, criminalità, degrado: risolvere la situazione ha un beneficio diretto per il contesto sociale in cui si inserisce. Con le grandi operazioni di smobilizzo degli ultimi 4/5 anni le banche hanno sistemato i loro bilanci, ma i crediti sono solo passati di mano; ora è compito degli operatori del settore entrare nelle pieghe di queste situazioni e proporre soluzioni ai debitori e al mercato che permettano il ritorno alla performance e una nuova sostenibilità a lungo termine, anche a beneficio delle economie locali.
Non dimentichiamo che il credito non performante è solo l’anello di una lunga catena che coinvolge ambiente, territorio e contesto sociale: la risoluzione di una situazione di contenzioso ha sempre un impatto diretto in questo senso.
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