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Il progetto europeo AmBIENCe (Active Managed Buildings with Energy Performance Contracting), volto a rendere più flessibili i contratti di rendimento energetico degli edifici, vede la partecipazione di sette partner di quattro Paesi: ENEA per l’Italia; VITO, BPIE e Energinvest per il Belgio; IK4 per la Spagna; INESC TEC e EDP CNET per il Portogallo.
ENEA partecipa per l’Italia al progetto europeo AmBIENCe, volto a rendere più flessibili i contratti di rendimento energetico degli edifici grazie al ruolo dei proprietari che diventano consumatori smart. In particolare, ENEA definirà una piattaforma per il calcolo dei risparmi e degli incentivi associati. Abbiamo deciso di approfondire il tema intervistando Federico Testa, Presidente di ENEA, per affrontare tale questione di grande importanza per l’efficienza energetica di edifici e infrastrutture e quindi per la riduzione dei consumi, fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici.
Qual è la situazione italiana rispetto ad un sistema energetico più flessibile ed efficiente? A livello europeo, come si posiziona il nostro Paese?
In Italia, la diffusione della generazione distribuita da fonti rinnovabili anche in ambito residenziale, ha portato ad un cambiamento radicale nel processo di distribuzione dell’energia.
La rete elettrica non è più solo un ‘mezzo’ per trasmettere e distribuire energia elettrica dalle grandi centrali ai consumatori, ma diventa uno strumento "intelligente" - Smart Grid - in grado di accogliere flussi di energia bidirezionali, di far interagire produttori e clienti finali e di adattare in modo flessibile produzione e consumo. Nel contesto internazionale ed europeo, il nostro Paese riveste un ruolo di primo piano nello sviluppo delle Smart Grid lungo l’intera filiera del valore e ha già raggiunto ottimi risultati.
Gli italiani sono consumatori attivi – ovvero, gestiscono in maniera smart i loro consumi?
In uno scenario del sistema elettrico nazionale in continua evoluzione il ruolo attivo e il coinvolgimento del consumatore finale sono cruciali, anche perché comportano vantaggi evidenti a livello pratico. Ad esempio, ad oggi una delle maggiori criticità del sistema elettrico, ovvero la gestione dei picchi di massima richiesta, viene affrontata utilizzando generatori ausiliari alimentati da fonti fossili, una scelta poco efficiente sia dal punto di vista energetico sia ambientale. Un’opzione “smart” per "appiattire" i livelli di massima richiesta, potrebbe essere invece quella di una gestione "intelligente" dei consumi, attraverso l’utilizzo di contatori di nuova generazione, in grado di rendere i consumatori più consapevoli e informati sui propri consumi, sull’importanza di non accendere alcuni elettrodomestici ad alto consumo, come scaldabagno e lavatrici, in ore di picco, ma anche sul funzionamento della rete e le condizioni contrattuali e commerciali.
Come nasce il progetto AmBIENCe di cui ENEA è il referente per l’Italia?
AmBIENCe sta per Active Managed Buildings with Energy Performance Contracting ed è un progetto H2020 finanziato dalla Commissione Europea con circa 2 milioni di euro con l’obiettivo di accrescere l’uso efficiente dell’energia attraverso il coinvolgimento attivo dei proprietari di immobili.
L’idea-chiave è di monitorare i consumi di energia degli edifici attraverso l’implementazione di modelli innovativi di gestione e controllo della domanda, utilizzando strumenti di “Demand Side Management” per incentivare i consumatori ad assumere un ruolo proattivo nella gestione dei propri consumi. Il progetto punta a definire un nuovo contratto di prestazione energetica estendendolo ai cosiddetti edifici “attivi”, ovvero edifici dotati di dispositivi per il controllo attivo e intelligente dei consumi, con un modello di business associato e una piattaforma per il calcolo dei risparmi in funzione degli incentivi previsti per i proprietari degli immobili. La piattaforma verrà testata in due edifici pilota in Portogallo e in Belgio per valutare l’efficacia di tale contratto.
Il progetto AmBIENCe fornirà anche una serie di linee-guida e raccomandazioni per i decisori politici e gli enti regolatori?
In questa prima fase è previsto il coinvolgimento di stakeholder del settore, quali ESCO, aggregatori, operatori delle reti di trasmissione (TSO) e distribuzione (DSO) e associazioni di consumatori. Le linee guida saranno elaborate a valle di questo confronto, ossia a partire da giugno 2021. L’Italia presenta buone caratteristiche per poter recepire nel breve futuro questa nuova forma di contratto. Tuttavia esistono ancora barriere da superare, quali, ad esempio, la complessità strutturale del contratto di prestazione energetica, soprattutto per la pubblica amministrazione.
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