Publiacqua rende noti i risultati del progetto di valutazione dei rischi per implementare il Piano di Sicurezza dell'Acqua per la filiera idrica di Firenze. Un modello, quello del Water Satefy Plan, che nei prossimi anni “sarà esteso a tutto territorio gestito da Publiacqua”.
Si chiama Water Safety Plan, e intende rivoluzionare l'approccio alla sicurezza dell'acqua. Il modello, introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si basa sulla valutazione e gestione del rischio associato a ciascuna fase che compone la filiera idrica, dalla captazione all’utente finale. L'obiettivo è uno solo: ridurre i pericoli per la salute potenzialmente presenti nell’acqua destinata al consumo umano, garantendo così la protezione e la qualità delle risorse idriche.
Un protocollo che Publiacqua, insieme a Istituto Superiore di Sanità, Università di Firenze, Ministero della Salute, ARPAT, ASL, Autorità Idrica Toscana e Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, ha messo in campo nel progetto “Valutazione dei rischi correlati alle risorse idriche da destinare al consumo umano nell’ambito dell’implementazione del Piano di Sicurezza dell’Acqua per la filiera idrica di Firenze”, iniziato a febbraio 2018 e conclusosi a dicembre 2019.
Il sistema innovativo di valutazione e gestione dei possibili rischi consiste sostanzialmente in un approccio preventivo che introduce il concetto di analisi dell’intero sistema idrico, da monte a valle, allo scopo di anticipare eventuali rischi e di individuare le azioni da intraprendere per ridurli o eliminarli.
“Il Piano sostituisce un approccio generale (i parametri da analizzare previsti dalla normativa) con un approccio specifico e calato sul territorio: l’individuazione dei fattori di rischio all’interno dell’intero sistema idrico e la focalizzazione, non solo in termini di analisi e controlli, ma anche di procedure gestionali, nella prevenzione dei rischi di contaminazione delle acque” aveva dichiarato l’Amministratore Delegato di Publiacqua, Giovanni Paolo Marati presentando ragioni e intenti del progetto.
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“Il Piano rappresenta un salto in avanti nella sicurezza delle acque destinate al consumo umano e Publiacqua ha deciso di applicarlo (in forma volontaria) sul sistema sicuramente più complesso che gestisce, andando incontro anche a quanto previsto dalla revisione della direttiva europea presentata il 1 febbraio 2018 dalla Commissione Europea”.
E ora, a due anni di distanza, è tempo di bilanci: 380.000 utenti serviti per 905 chilometri di rete, 84 milioni di metri cubi annui di acqua prodotti, 52 milioni di metri cubi annui di acqua immessa nella rete.
Secondo Publiacqua, al termine dell’attività il Piano può vantare, inoltre, il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi:
- avere un quadro complessivo esaustivo del sistema e dei rischi presenti nell’intera filiera (dalla captazione alla potabilizzazione, dall'accumulo alla distribuzione);
- individuare i punti di maggiore vulnerabilità e definire, di conseguenza, delle adeguate azioni correttive;
- indirizzare gli investimenti futuri;
- facilitare la comunicazione e la condivisione di informazioni tra gli enti coinvolti;
- incrementare la sicurezza per il consumatore finale.
Si tratta di risultati che la società e gli altri stakeholder considerano un'ottima premessa per il futuro. Ilprogetto del PSA (Piano di Sicurezza dell'Acqua) di Firenze, infatti, non si conclude qui. Anzi, come si legge in una nota stampa, “sarà oggetto di periodica revisione e aggiornamento in un’ottica di continuo miglioramento al fine garantire una sempre maggiore qualità dell’acqua. Nei prossimi anni il lavoro di elaborazione dei PSA sarà esteso a tutto territorio gestito da Publiacqua”.
Il modello PSA è stato inoltre recepito nel Dlgs.31/01 con il Decreto del Ministero della Salute del 14.06.17 (Recepimento della direttiva UE 2015/1787).
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