L’asfalto copre la Dancalia: le carovane del sale sono destinate a sparire
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L’asfalto copre la Dancalia: le carovane del sale sono destinate a sparire

In Dancalia, ogni mattina migliaia di cammelli marciano per raggiungere la Piana del Sale. Le lastre di sale vengono caricate sul dorso degli animali che proseguono il loro viaggio fino ai mercati dei Paesi vicini. Le carovane guidate dai lavoratori Afar stanno però scomparendo per lasciare spazio alle compagnie minerarie che hanno fiutato da tempo il business del potassio.

Uno spazio fuori dal tempo quello della Dancalia, regione del Corno d'Africa che comprende lo Stato di Gibuti e parte dell'Eritrea e dell'Etiopia. Si tratta del punto più basso dell'Africa: il lago Assal, si trova infatti a una quota di circa 150 metri sotto il livello del mare. Gli Afar della Dancalia, popolazione seminomade divisa in clan che vive in piccoli villaggi, vivono in questa zona grazie all’estrazione del sale dal lago Assal, “l’oro bianco”.

Si tratta di una procedura antica e sacra, una tradizione e fonte di sostentamento per gli interi villaggi insediati nel triangolo di Afar. Ogni mattina all’alba, migliaia di cammelli marciano verso la Piana del Sale per raggiungere i lavoratori Afar. Con il solo ausilio di una spatola, gli intagliatori riescono a ricavare al giorno circa 250 lastre di sale perfettamente uguali – nel peso e nella forma – da vendere ai carovanieri che le trasportano a Berahile dove vengono tagliate in pezzi ancor più piccoli e distribuite nei mercati di tutto il paese. I blocchi vengono caricati e legati sui dorsi dei dromedari che attraversano l’arido deserto fino a raggiungere Mekele e Berahile.

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Le carovane del sale guidate dai lavoratori Afar rischiano di scomparire ed essere rimpiazzate da camion e macchinari a causa dell’interesse delle compagnie minerarie per lo sfruttamento delle terre e per il business del potassio. Una colata d’asfalto ha coperto le assolate distese della Depressione della Dancalia: la strada ha ridotto da cinque a tre ore il tragitto da Mekele a Berahile ma nonostante abbia reso più semplice il trasporto del sale, i lavoratori e i commercianti locali sono preoccupati dall’interesse delle società minerarie industriali e dalle nuove tecniche di estrazione meccanizzata che richiedono molta meno manodopera. Il potassio è infatti utilizzato dall'industria dei fertilizzanti e da quella degli esplosivi.

Per le comunità locali, per le quali il commercio del sale costituisce la principale fonte di sostentamento, il progresso e il profitto segneranno cambiamenti epocali e radicali che coinvolgeranno anche i magici paesaggi fatti di saline, geyser fumanti e vulcani. Con un’economia basata fondamentalmente sull’agricoltura, che rappresenta circa il 46% del prodotto interno lordo (PIL) e occupa l’85% della forza lavoro su una popolazione di quasi 94 milioni di abitanti, l’Etiopia tutta rappresenta un “nuovo” mercato per gli investimenti stranieri.

Il processo è cominciato intorno al 2010 quando la rete elettrica e telefonica è stata ampiamente estesa a Berahile. In quel periodo è stata fondata la Berahile Salt Association che compra il sale dalle carovane e lo vende ai camion che lo commerciano. In vista, un cambiamento culturale che in nome del profitto investirà uno tra gli ultimi e più suggestivi microcosmi della terra.

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