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Il 2020 per il nord Italia è cominciato nel segno dello smog. Sebbene non sia l’unica regione dello stivale a soffrire la morsa delle polveri sottili, la condizione dell’aria in Val Padana resta più critica che in altre aree del Paese e d’Europa.
Non si può certo dire che l’anno nuovo abbia portato con sé una ventata d’aria fresca. In questo inizio 2020 il nord Italia giace sotto il peso delle polveri sottili e questa volta tocca a Torino far registrare i peggiori risultati, con un livello di concentrazione di PM10 nell’aria ininterrottamente superiore alla soglia dei 50 µg/m3 ormai dallo scorso 27 dicembre.
A rendere il quadro ancora più drammatico ci pensano i dati in arrivo dall’Air Quality Index, l’indice di analisi della qualità dell’aria, dai quali emerge che l’Italia costituisce una delle aree dell’Europa occidentale caratterizzata dai più alti livelli di inquinamento dell’aria. Per contrastare il fenomeno, o quantomeno contenere la quantità di PM10 nell’aria delle città del nord, sono scattati i soliti blocchi del traffico. Quindi autoveicoli diesel fermi, a Torino addirittura fino agli Euro5 compresi, vietato l’utilizzo di impianti di riscaldamento a biomassa fino a 3 stelle di classificazione e i roghi all’aperto.
Dalle amministrazioni del nord però non si fanno attendere le critiche, con la Regione Lombardia a rassicurare i propri cittadini circa la non intenzione di arrivare a bloccare i mezzi Euro5 come nel vicino Piemonte. La Regione Lombardia si scaglia, per mezzo delle parole dell’Assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo, contro i blocchi del traffico secondo il quale rappresentano un ingiustificato e inutile accanimento contro la mobilità. Cattaneo ha ricordato anche come i dati raccolti dimostrano che quello dei trasporti non è il comparto maggiormente responsabile dell’inquinamento dell’aria, anche se resta comunque corretto mettere al fermo i veicoli più vecchi e impattanti.
Quello che risulta evidente dalla situazione attuale è che i blocchi del traffico da soli non possono essere la soluzione allo smog: occorre intervenire anche su altri fronti. Uno su tutti il sistema tutto italiano delle deroghe, in base al quale si trova sempre un buon motivo per sospendere o aggirare un provvedimento (i blocchi del traffico, anche nel passato più recente, sono stati oggetto di diverse deroghe). Anche intervenire anche su altre pratiche, ormai abitudini, tutt’altro che eco-friendly (vogliamo parlare della gestione folle dei riscaldamenti negli uffici pubblici e nei locali commerciali?) sarebbe un efficace passo avanti per il benessere urbano.
Ciononostante dal Governo sono arrivati segnali positivi: è infatti in via di attuazione un piano per incentivare la sostituzione delle vecchie caldaie, per la riduzione dell’ammoniaca emessa dagli allevamenti, incentivi per l’acquisto di mezzi di trasporto ibridi fino alla revisione del codice della strada al fine di omologare i mezzi per la micromobilità elettrica urbana quali monopattini o hoverboard.
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