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Il Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola – Unioncamere fa registrare un record di eco-investimenti in Italia negli ultimi 5 anni. Quasi 300 mila le imprese coinvolte, per un valore di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011.
Un record di eco-investimenti. In un clima economico poco rassicurante, il “Rapporto GreenItaly 2019” parla di un Italia diversa e prospera, capace di impegnare risorse nella direzione della sostenibilità. L'analisi, realizzata da Fondazione Symbola e Unioncamere, è promossa in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, si avvale della partnership di Si.Camera ed Ecocerved e del patrocinio del Ministero dell’Ambiente.
Secondo il report, presentato a Roma lo scorso ottobre, sono oltre 432mila le imprese italiane che negli ultimi 5 anni hanno investito in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2 entro la fine del 2019. Si tratta, complessivamente, del 21,5% delle imprese del Belpaese: un valore superiore di 7,2 punti a quanto registrato nel 2011.
Con ripercussioni notevoli sul mercato del lavoro. Nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva. L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali. Interessante, a questo proposito, il dato anagrafico, che svela il virtuosismo dell'imprenditoria giovanile: tra le imprese guidate da under 35, il 47% ha infatti promosso eco-investimenti, contro il 23% dei senior.
“Le 10 edizioni di GreenItaly dimostrano come l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente del sistema economico italiano sia cresciuta anno dopo anno”, ha dichiarato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “I dati parlano chiaro. Una impresa su tre ha imboccato la strada della sostenibilità, 90mila in più dello scorso anno. E questa scelta si traduce in una maggiore produttività e competitività e in più capacità di innovazione e di export. Un dato interessante è che a questa accelerazione stanno contribuendo molto anche le imprese dei giovani under 35, che, nella metà dei casi, hanno puntato sulla greeneconomy”.
Buone notizie anche in merito alle performance ambientali rispetto agli altri Paesi europei. Negli ultimi 10 anni -sottolinea il report- le rinnovabili sono esplose e, con 14,8 tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro prodotto, il sistema industriale italiano è il secondo tra quelli dei grandi dell'Unione Europea per input energetici/unità di prodotto.
E l'annoso problema dei rifiuti? Stando ai più recenti dati Eurostat, aggiornati al 2016, l'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, con il 79% del totale avviato a riciclo. La media europea fa registrare risultati ben più bassi, con solo il 38%.
Il dinamismo delle imprese italiane traspare, secondo l'indagine, dai numeri dell'export (il 51% delle eco-investitrici appartenente al settore manifatturiero ha segnalato un aumento delle esportazioni nel 2018, contro il più ridotto 38% di quelle che non hanno investito) e dalla crescita del 22% dei brevetti green nel periodo 2006-2015. L’Italia è, poi, il terzo Paese al mondo, dopo Cina e Giappone, per numero di certificazioni ISO 14001.
“La generazione Greta ha bisogno di risposte più che di carezze. Molto sta cambiando anche se troppo lentamente” ha affermato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci. “ […] È già oggi in campo un’economia più sostenibile e a misura d’uomo che mette insieme innovazione e qualità con valori e coesione sociale; ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. Un modello produttivo e sociale che offre al nostro Paese la possibilità di avere un rilevante ruolo internazionale”.
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