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1,5 gradi di aumento massimo della temperatura mondiale rispetto ai livelli pre-industriali e obiettivo zero emissioni entro il 2050: questo l'impegno di 28 multinazionali, secondo l'annuncio del Science Based Targets initiative e del programma Global Compact dell’ONU, in vista del summit di New York del 23 settembre.
Acciona, AstraZeneca, Banka BioLoo, BT, Dalmia Cement Ltd., Eco-Steel Africa Ltd., Enel, Hewlett Packard Enterprise, Iberdrola, KLP, Levi Strauss & Co., Mahindra Group, Natura &Co, Novozymes, Royal DSM, SAP, Signify, Singtel, Telefonica, Telia, Unilever, Vodafone Group PLC e Zurich Insurance. Questo l'elenco di multinazionali (con Enel unica italiana) che hanno risposto alla call to action lanciata dalle Nazioni Unite in vista del Summit sul Clima in programma a New York il prossimo 23 settembre. Si tratta di un proposito che è a tutti gli effetti un impegno nero su bianco: quello di rispettare il limite massimo di aumento della temperatura mondiale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali e di raggiungere l'obiettivo zero emissioni entro il 2050.
L'annuncio è stato diffuso congiuntamente dal Science Targets Initiative -iniziativa che fornisce alle aziende consulenza per una crescita sostenibile che contempli una riduzione delle emissioni- e dal programma Global Compact dell’ONU, che incoraggia le imprese di tutto il mondo a creare un quadro economico, sociale ed ambientale teso a promuovere un'economia mondiale sana e sostenibile.
28 sono, dunque, le grandi aziende che hanno deciso di investire in un cambio di rotta radicale.Tra le altre cose, per rispettare i limiti imposti dall'accordo di Parigi dovranno fornire dal 70 all’85% di energia rinnovabile e ridurre la loro CO2 dal 75 al 90%. Tutto questo entro il 2050.
Come sottolinea l'ultimo rapporto speciale diffuso dall'IPCC, un ruolo fondamentale nella gestione sostenibile delle risorse sarà giocato da un uso responsabile del suolo e da una maggiore sostenibilità in ambito agricolo: molti scenari dipendono largamente dal difficile equilibrio fra bioenergia ed espansione delle foreste da un lato, e la domanda di pascoli e seminativi dall'altro.
“La leadership sul clima non è mai stata importante come in questo momento, ed è stimolante vedere così tante aziende e marchi diversi alzare coraggiosamente le proprie ambizioni” ha dichiarato Lise Kingo, CEO e Direttore esecutivo del Global Compact delle Nazioni Unite. “Le aziende leader stanno già dimostrando che è possibile fissare obiettivi climatici conformi agli 1,5°C e incoraggio tutte le aziende a cogliere questa opportunità per posizionarsi in prima linea in questo movimento e contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”.
D'altronde, l'appello lanciato nel 1999 al World Economic Forum di Davos dall'allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, base per la creazione del Global Compact, non cessa di essere attuale e prioritario: "Vi invito, individualmente con le vostre imprese e collettivamente attraverso le vostre associazioni di categoria, ad abbracciare, supportare e implementare un insieme di valori chiave nelle aree dei diritti umani, standard del lavoro e pratiche ambientali". Che il numero maggiore di aziende internazionali possibile ne facciano propri i principi è quantomai urgente e auspicabile.
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