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Nel lungo elenco di agevolazioni e incentivi statali ai quali è possibile accedere, sono molti quelli che hanno un effetto negativo sull'ambiente. Il Ministero dell'Ambiente li ha raccolti in un catalogo per isolare le criticità.
All'interno del complesso panorama legislativo italiano le contraddizioni sono molto frequenti e in questo senso anche il sistema di erogazione di sussidi, incentivi e finanziamenti non fa eccezione.
A tal proposito è molto interessante il contenuto del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, un documento fatto redigere su richiesta del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del Mare allo scopo di analizzare le relazioni che si instaurano tra gli incentivi elargiti dallo Stato Italiano e la salute ambientale. Si tratta di un vero e proprio compendio delle conseguenze di incentivi, sussidi, agevolazioni di vario genere e natura ai danni dell'ecosistema.
L'analisi dei dati risalenti allo scorso 2018 mostra dei risultati piuttosto sconfortanti e contraddittori. Dallo studio è infatti emerso che una parte degli incentivi pubblici pari a un ammontare di 19,3 miliardi di euro ha effetti dannosi per l'ambiente e, di questa somma, 16,8 miliardi sono destinati a finanziare il mercato dei combustibili fossili. A fare da contraltare a queste cifre troviamo i ”soli” 15,2 miliardi di euro destinati a tutte quelle agevolazioni che hanno un effetto benefico sull'ecosistema.
La disparità è evidente e netta e lo è forse ancora di più l'anacronismodi certi benefit che ancora oggi, nonostante tutto, vengono concessi.
Alcuni esempi sono riscontrabili nel settore dei trasporti dove emergono situazioni per le quali ai dipendenti di aziende viene concessa l'opportunità di beneficiare di un'auto aziendale di proprio gusto, un benefit che incentiva la scelta di veicoli di fascia alta, di grosse cilindrate e quindi maggiori consumi ed emissioni. Per rimanere allineati con le politiche di riduzione dei consumi e delle emissioni, sarebbe più opportuno agevolare i dipendenti, per esempio, per l'acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico.
Allo stesso modo anche i regimi di IVA agevolata per la costruzione di nuovi fabbricati in seguito all'assegnazione di appalti di fatto favoriscono le nuove costruzioni quando sarebbe più opportuno mettere un freno alla cementificazione in favore del recupero e ristrutturazione di tutti quegli edifici già esistenti e in disuso. Si riscontrano poi sconti Iva discutibili anche in ambito agricolo per l'acquisto di fitosanitari quali pesticidi o erbicidi per esempio, prodotti che non spingono in alcun modo i produttori ad adottare tecniche di coltivazione naturali o biologiche.
Un segnale positivo giunge in ogni caso dal commento ai dati raccolti nel catalogo dal Ministro dell'Ambiente di Sergio Costa, che ha dichiarato: “Molti sussidi sono stati adottati nel nostro Paese in favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile ed è bene riflettere su un loro utilizzo razionale ed efficiente. Ma molti altri sussidi, adottati con motivazioni degne e legittime, hanno effetti ambientali negativi, danno segnali di prezzo sbagliati – se non perversi – rispetto alle scelte di consumo, produzione e investimento di cittadini e imprese”. Alla luce di questo la speranza è che il Governo Italiano agisca per eliminare o quantomeno rivedere tutti quegli incentivi considerati dannosi introducendo dei criteri di natura ambientale/ecosostenibile che possano essere compatibili con gli obiettivi che l'intera comunità deve raggiungere per la lotta ai cambiamenti climatici.
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