Quasi due miliardi di persone viaggeranno per il mondo da qui al 2030. Ma è davvero un dato positivo? Gli esperti mettono in guardia: servono investimenti in innovazione e nuove strategie di sviluppo per far sì che questa crescita costante si traduca in benefici reali per le comunità ospitanti e per le risorse naturali da cui il turismo stesso dipende. In caso contrario, si rischia un enorme collasso del sistema.
Il turismo è diventato uno dei settori in maggior crescita al mondo: il numero di arrivi internazionali è cresciuto da 25 milioni nel 1950 a circa 1.3 miliardi registrati nel 2018 e, secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, UNWTO, ormai 1 lavoro su 10 a livello mondiale ricade proprio nel settore turistico.
Si parla di un flusso economico che arriva coprire il 10% del prodotto interno lordo globale. E le stime non prevedono arresti: nonostante un leggero calo registrato a fine 2018, gli esperti si aspettano una crescita annuale del 3% fino al 2030. Complici di questo incremento sono due fattori: la classe media (a livello mondiale) sta aumentando, mentre diminuiscono i costi dei mezzi di trasporto, soprattutto nel settore aereo. La sfida al momento è riuscire a gestire questi numeri secondo principi di sostenibilità, in modo che le conseguenze di questa crescita non influiscano negativamente sulle risorse naturali e sulle comunità locali investite dal turismo. Se da un lato, infatti, la riduzione dei costi dei trasporti permette a sempre più persone di muoversi in libertà, al tempo stesso è necessario fare i conti con le conseguenze di tutti questi viaggi, che coinvolgono diversi ambiti tra i quali inquinamento, produzione di rifiuti, sfruttamento di lavoro minorile, prostituzione, compromissione degli ecosistemi naturali.
È quindi responsabilità degli attori internazionali impegnati nel settore, così come dei singoli individui in viaggio, far sì che il muoversi per il mondo sia occasione di crescita e di sviluppo, in un’ottica di responsabilità e attenzione. Del resto si parla di volumi che possono fare la differenza: entro il 2030 si prevedono almeno 1.8 miliardi di viaggiatori, che possono tradursi, come hanno ben specificato gli esperti dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, in un’opportunità per economia e Pianeta, così come in un incalcolabile disastro. “It is all up to us” conferma l’economista giordano Taleb Rifai, fino al 2018 segretario generale UNWTO: è possibile tradurre questa crescita del turismo in cambiamenti positivi che siano allineati al raggiungimento dei Sustainable Development Goals e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Non ultimo, il settore del turismo inizia a pesare significativamente anche in termini di inquinamento: il volume di viaggi annuali ricondotti al settore è responsabile del 5% di emissioni di CO2, e le proiezioni sono destinate a salire: i ricercatori del World Travel and Tourism Council prevedono un possibile raddoppio delle emissioni legate al turismo nei prossimi 25 anni.
Un dato che non sorprende, se valutato insieme alla lista delle destinazioni che subiranno una crescita più veloce nella ricezione turistica per viaggi di piacere da qui al 2026: India, Angola, Uganda, Brunei, Thailandia, Cina, Myanmar, Oman, Mozambico, Vietnam. Paesi che, oltre alle emissioni e alla variabili trasporti, dovranno fare i conti con le nuove esigenze del turismo e la capacità degli attori locali, pubblici e privati, di garantirle: sempre più viaggiatori sono disposti a pagare per un viaggio che li affascini in aree naturali protette, avendo la possibilità di osservare animali selvatici e contribuire alla conservazione del loro ambiente naturale. Uno dei temi cruciali per i prossimi anni sarà capire quanto questi paesi saranno in grado di monetizzare il proprio patrimonio culturale e naturale, senza distruggerlo a favore di un turismo di massa.
“We need to continue investing in innovation, digital transformation and education – spiega Zurab Pololikashvili, segretario generale dell'Organizzazione mondiale del turismo - so that we can harness the many benefits tourism can bring while at the same time mitigating its impact on the environment and society with a better management of tourism flows.”
Servono nuove competenze e investimenti in innovazione e sviluppo, affinché la crescita del turismo a livello mondiale diventi uno strumento per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali ospitanti, combattere il cambiamento climatico, ridurre al perdita di habitat naturali e investire nella valorizzazione di stili di vita sostenibili. In caso contrario, il rischio di perdere il capitale naturale e umano dal quale il turismo stesso dipende, è altissimo.
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