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La soluzione per gestire l’emergenza rifiuti traendone un vantaggio effettivo esiste: si chiama biometano e potrebbe rivoluzionare la filiera di stoccaggio rifiuti nazionale.
Il biometano potrebbe essere la soluzione per ridurre le emissioni di gas serra nell’aria. Si tratta di una fonte di energia rinnovabile e programmabile, estraibile da biomasse agricole e da frazioni di rifiuto solido urbano. Il progetto che potrebbe coinvolgere Napoli parte proprio dalla ricerca di un sistema alternativo per gestire i rifiuti e, allo stesso tempo, renderli parte del ciclo produttivo della città.
La Campania è, da anni, vittima dell’emergenza rifiuti. Questa emergenza, secondo le stime, costa centinaia di migliaia di euro al giorno alla Regione, usati per il conferimento in strutture extraregionali (in Nord Italia esistono circa 1.200 impianti del genere a fronte delle poche decine realizzati nel Mezzogiorno).
Oltre al mancato sviluppo di un sistema sano di gestione e circolarità del rifiuto, non mancano inefficienze burocratiche e intoppi normativi che non aiutano il fiorire della Regione.
La conversione del rifiuto in biometano è conveniente non solo per soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione previsti per il nostro Paese, ma anche per sfruttare i rifiuti organici secondo i principi dell’economia circolare.
Nella Strategia Energetica Nazionale, il potenziale di sviluppo del biometano individuato è di circa 8 mld di m³ al 2030.
Per rilanciare l’economia del territorio e raggiungere un piano di sviluppo e gestione dei rifiuti efficiente e sano, URBEI, società specializzata in progettazione, costruzione e gestione di impianti biogas sta proponendo soluzioni concrete per lo sviluppo del biometano.
Attualmente la società è in attesa di completare l’iter autorizzativo che gli consenta di realizzare un impianto di potenza pari a 250 Nmc/h in località San Pietro a Patierno.
L’impianto, costato circa 22 milioni di euro, prevede ampissimi margini di recupero e ammortizzamento e risolverebbe gran parte del problema rifiuti che affligge il territorio.
"La tecnologia applicata – sottolinea Vartuli, Responsabile di URBEI – non prevede alcun tipo di combustione e rilascio di sostanze nell’atmosfera, con grandi vantaggi ambientali ed economici. Non solo riesce a togliere volume alla discarica ma il biocompost può essere utilizzato come concime per piante o colture intensive sotto serra mentre il metano andrebbe ad alimentare il circuito sempre più in sviluppo dell’autotrazione".
Stando alle stime della Commissione, in un modello di economia circolare il risparmio di materie prime per l’industria europea nel 2025 potrebbe essere almeno del 14% a parità di produzione, una percentuale equivalente a circa 400 miliardi di euro. In relazione all’Italia, si parla di circa 12 miliardi di euro; buona parte di questi potrebbe derivare proprio dallo sfruttamento dei rifiuti del Sud.
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