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La firma di un accordo mette il biometano al centro delle discussioni per la realizzazione dell’economia circolare. Firmatari favorevoli allo sviluppo di questa tecnologia per la realizzazione di un sistema di mobilità sempre più sostenibile.
Come fonte di energia rinnovabile, il biometano ha tutte le carte in regola per poter offrire un contributo fondamentale nel processo di eliminazione/riduzione dei consumi di combustibili fossili: è una fonte di energia completamente naturale e rinnovabile che si ottiene per mezzo di un processo detto di digestione anaerobica di sostanze organiche, identificate come biomassa.
La biomassa in genere è composta da colture dedicate e rifiuti da giardinaggio, scarti agricoli, deiezioni animali, fanghi fognari e reflui alimentari. Non solo: essendo la produzione di energia fondata su processi sostenibili e circolari, si eserciterebbe anche un’influenza positiva sul settore nazionale agro-alimentare.
Un passo avanti per la promozione e diffusione del biometano è stato compiuto lo scorso 18 aprile, quando a Roma, il Consorzio Italiano Biogas (CIB), Confagricoltura, Eni, FPT Industrial, IVECO, New Holland Agriculture e Snam hanno firmato un accordo per il quale si impegnano ad unire le forze per il raggiungimento degli obiettivi che il decreto del 2 marzo 2018 sui biogas ha prefissato.
In particolare ci si riferisce all’impiego del biometano e altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, a sostegno di una mobilità sempre più sostenibile. In particolare, Snam ha reso noto - tramite le parole dell’AD Marco Alverà - di essere impegnata in un piano di investimento di 200 milioni di euro fino al 2022 per la realizzazione di infrastrutture dedicate alla produzione di biometano e per incentivare la diffusione della mobilità sostenibile.
Se le premesse sono queste e l’impegno dei sottoscriventi l’accordo viene rispettato, non possiamo fare altro che essere fiduciosi circa un corretto soddisfacimento delle direttive europee in termini di economia circolare.
Non è da sottovalutare inoltre che, oltre ai benefici che il passaggio all’utilizzo di una fonte di energia quale il biometano porterebbe all’ambiente, come parte di soluzione alla questione climatica, anche sul piano economico-sociale si avrebbero dei risvolti positivi. La richiesta di biomassa per produrre energia favorirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, una volta esaurito il suo potere energetico, i residui della biomassa potrebbero essere riutilizzati come fertilizzante per le coltivazioni aumentando così l’efficienza dell’agricoltura.
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