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All’interno del programma europeo Horizon 2020 ha preso il via Simba (Sustainable Innovation of MicroBiome Applications in Food System), per migliorare la produzione agricola riducendo lo sfruttamento delle risorse.
La sostenibilità della catena produttiva alimentare è un argomento chiave da sviscerare ed affrontare globalmente. È noto come sul pianeta vi sia una grande disparità della disponibilità alimentare in relazione al numero degli abitanti. A questo bisogna aggiungere le problematiche legate ai cambiamenti climatici che, secondo gli studi, causeranno siccità e innalzamento del livello delle acque.
Tra gli scenari più preoccupanti c’è il rischio di danni alle agricolture che influiranno pesantemente sulla capacità di produzione alimentare globale. Il tutto va relazionato ai numeri che arrivano dalle previsioni sulla crescita degli abitanti: si è stimato, infatti, che nel 2050 la popolazione mondiale potrebbe superare i 9 miliardi di individui. Persone che in un modo o nell’altro dovranno essere sfamate.
Il progetto SIMBA, finanziato dal programma europeo Horizon 2020, coordinato dall’istituto finlandese Luke e che oltre all’italiana ENEA vede la partecipazione di altri 22 partner internazionali, nasce proprio dalla necessità di ottenere una maggiore efficienza dalle coltivazioni.
L'attenzione della ricerca si focalizza sui microbi o meglio microbiomi: lo scopo di Simba, infatti, è quello di studiare il modo in cui complesse comunità microbiche, sia terrestri sia marine, possano dare un contributo benefico al fine di ottenere una produzione agricola sostenibile.
Gli obiettivi degli studi di Simba sono diversi:
- l’impiego di complessi microbici per il miglioramento della salute e della resa produttiva delle piante;
- l’impiego di microbiomi per la trasformazione di materie prime vegetali, quali legumi e cereali vari e residui della produzione, in alimenti ricchi di alta qualità;
- lo sfruttamento di microbiomi per lo sviluppo di mangimi per animali più sani;
- capire come gli alimenti prodotti con l’impiego di questi microbiomi possano influenzare la flora intestinale dell’uomo al fine di portare benefici alla salute delle persone, in particolar modo per chi soffre di diabete o disfunzioni metaboliche;
- sfruttare le proprietà del microbioma marino per la coltivazione di aree costiere quindi desertiche, zone finora inutilizzabili a fini agricoli.
Lo scopo generale del progetto Simba, in sintesi, è quello di studiare e sviluppare nuove soluzioni che possano consentire un aumento della produzione alimentare agricola andando a migliorare la qualità degli alimenti e, contemporaneamente, ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali e gli sprechi.
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