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Un vero e proprio grido di dissenso dalle fila di Greenpeace nei confronti delle cannucce di plastica: l’associazione ambientalista ha lanciato una campagna di sensibilizzazione unica per parlare di plastiche negli oceani.
Secondo un documento dell'UNEP (United Nations Environment Programme), ogni anno finiscono negli oceani oltre 8 milioni di tonnellate di plastica. Quello della plastica nelle nostre acque, dunque, è un problema annoso, destinato (ahinoi) ad amplificarsi, in assenza di una vera volontà di contrastare il fenomeno.
Ad oggi, la quantità di plastica che produciamo è circa 20 volte superiore rispetto agli anni Sessanta (di cui un terzo per gli imballaggi). Le analisi dei nostri oceani parlano chiaro: la quasi totalità dei rifiuti galleggianti è costituita da plastiche. Ad aggravare ancora di più la situazione, la presenza delle microplastiche, cioè le piccole particelle di questo materiale, di cui purtroppo i pesci si nutrono.
Le premonizioni degli scienziati sono inquietanti: se non si metterà freno alla situazione entro il 2050 la massa di plastica negli oceani supererà supererà in peso quella tutti i pesci dei mari, mentre il 99% degli uccelli marini avrà ingoiato quantità più o meno elevate di plastiche.
Greenpeace si è dimostrata, ancora una volta, sensibile alla causa e ha deciso di approcciarla con una campagna comunicativa molto strong.
La campagna dell’associazione ambientalista è un vero grido contro i rifiuti riversati nei mari: per rappresentare la dannosità, Greenpeace ha scelto delle immagini fortissime, che ritraggono alcune specie marine letteralmente soffocate dalle cannucce, responsabili di “succhiare via la vita delle creature degli oceani”.
L’invito di Greenpeace è di ridurre sempre più l’utilizzo della plastica e si rivolge ai fast food, per chiedere loro di evitare l’utilizzo di cannucce in plastica preferendo quelle realizzate con materiali biodegradabili.
"Le aziende grandi e piccole hanno bisogno di rivedere il loro uso di plastica in generale", ha dichiarato Sarah King, responsabile della campagna Oceani e materie plastiche di Greenpeace in Canada, dove c’è il cuore dell’iniziativa. "Le cannucce sono un ottimo modo per aprire il discorso, ma tutta la plastica usa e getta, composta da tazze, contenitori e imballaggi sta alimentando la crisi dell'inquinamento plastico. Dobbiamo vedere le aziende innovare, andando oltre la plastica e riducendo veramente le loro massicce impronte di plastica che impattano nei mari e sulla comunità".
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