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Presentato il report annuale di Utilitalia sulla gestione dei rifiuti urbani in Italia. Il rapporto “Analisi dei costi della differenziata in Italia” offre una visione integrata di tutte le tipologie di raccolta: crescono i costi, ma a fronte di un cospicuo aumento di raccolta differenziata.
Un’istantanea sui rifiuti e sulla raccolta differenziata in Italia. Lo studio annuale realizzato da Utilitalia in collaborazione con Bain & Company Italy torna, puntuale, per mostrare progressi e regressi della gestione dei rifiuti nel Belpaese. Presentato a Roma lo scorso 21 giugno, il rapporto “Analisi dei costi della differenziata in Italia” -giunto alla terza edizione- offre per la prima volta una visione integrata di tutte le tipologie di raccolta.
I risultati? Tutto sommato, positivi. La raccolta differenziata, infatti, nel 2016 ha per la prima volta superato il 50% del totale della produzione rifiuti, con un incremento di quasi 4 milioni di tonnellate negli ultimi 5 anni. A fronte di questo aumento, i costi operativi diretti della raccolta sono passati da 2,6 miliardi di euro del 2007 a 3,4 miliardi di euro nel 2016.
Il sistema di raccolta con modalità porta a porta rappresenta oggi il 38% del totale dei volumi, rispetto al 62% del sistema di raccolta stradale, con un aumento del 12% negli ultimi dieci anni.
Il costo medio della raccolta differenziata risulta essere di 126 euro per tonnellata. Si tratta, tuttavia, di un valore estremamente variabile a seconda delle diverse categorie merceologiche: si passa dai 321 euro della plastica ai 191 della carta, dai 148 della frazione organica ai 90 del rifiuto residuo.
Grazie a un campione pari a oltre 180 Comuni da Nord a Sud, lo studio offre inoltre una copertura geografica in grado di fornire importanti dati su tutte le principali voci che compongono il costo diretto di raccolta dei rifiuti: dai costi del personale operativo, ai costi dei veicoli, agli strumenti operativi.
E così, si scopre che sistema di raccolta porta a porta- più puntuale ed efficiente- si conferma più oneroso rispetto a quello stradale: il porta-a-porta si attesta a 190 euro a tonnellata contro i 74 euro a tonnellata dello stradale. L’incremento dei costi, in ogni caso, è stato mantenuto a livelli inferiori rispetto a una loro evoluzione inerziale, con un efficientamento complessivo superiore ai 400 milioni di euro all’anno. Il modello unico porta a porta o stradale è d’altra parte, adottato solo in un terzo delle realtà territoriali analizzate.
Risulta invece particolarmente diffuso un sistema misto, che in alcuni casi si rivela più efficace perché in grado di cogliere le specificità dei differenti contesti locali.
I buoni risultati sono, in ogni caso, il frutto di notevoli sforzi profusi da cittadini e imprese. “C’è un crescente impegno delle imprese per il miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata, per la sostenibilità ambientale per la piena attuazione dei principi dell’economia circolare e per la riduzione delle frazioni non utilmente riciclabili” ha osservato Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia. “I risultati sono importanti proprio nell’ottica del Pacchetto dell’economa circolare che indica target ambiziosi da raggiungere, non soltanto con una buona raccolta differenziata ma anche grazie a un adeguato sistema di impianti per il riciclo e recupero. È per questo che continua a preoccupare l’insufficiente dotazione di impianti in alcune aree del Paese, in particolare per la frazione organica”.
Di strada da fare, dunque, ce n’è ancora, e tanta. Ma i segnali positivi non mancano. A livello territoriale, le Regioni del Nord sono ormai prossime o hanno già superato l’obiettivo del 65%; quelle del Sud denotano accelerazioni che potrebbero, anche nel breve periodo, portarle ai livelli industriali delle Regioni più virtuose.
Il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo, commentando i dati, ha dichiarato: “C’è una doppia Italia: da una parte c’è il racconto delle ecomafie dall’altra quello delle eccellenze. La direzione che il ministro Costa, e quindi questo Ministero, vuole portare avanti è quello dell’economia circolare; proveremo a far sempre meglio su questo. Vi chiedo di aiutarci a poter parlare sempre di più di raccolta differenziata e sempre meno di ecomafie”.
Un appello, rivolto alle imprese ambientali, che è al tempo stesso un augurio per il futuro: impossibile non condividerlo.
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