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Le aree montane italiane rappresentano una preziosa risorsa non solo per il settore turistico, ma anche per lo sviluppo economico: ecco perché le montagne vanno vissute e non abbandonate.
Le risorse del territorio montano hanno una funzione assai strategica per il nostro Paese, sotto diversi punti di vista. Troppo spesso, queste risorse finiscono in secondo piano, venendo quasi accantonate dalla politica nazionale, concentrata sullo sviluppo dei nuclei urbani.
In realtà, la montagna è tutt’altro che un territorio morto: dalle aree montane derivano fattori vitali per la nostra economia, che possono dare una spinta importante al settore energetico, agroalimentare, turistico.
Se è vero che l’Italia sta scommettendo sull’economia circolare, questa non può essere sviluppata senza coinvolgere attivamente il territorio montano: risorse come legno e acqua sono vitali per un investimento nella nostra autoproduzione energetica, nel pieno rispetto della sostenibilità.
Non solo energia: in montagna operano, ad oggi, numerosi distretti produttivi che continuano a garantire all’Italia una capacità competitiva internazionale, nei settori più disparati.
I numeri sulle montagne italiane
Turismo sostenibile e sviluppo dell’economia circolare sono solo alcuni aspetti che coinvolgono direttamente le aree montane. Una delle domande che dovremmo farci (e che probabilmente vi siete già posti) è: perché la montagna rappresenta un territorio su cui investire e un traino per la nostra economia?
Torniamo a parlare di turismo: come sottolineato dal Rapporto Montagne Italia, le aree montane sono sempre più frequentate dai turisti slow che prediligono le strutture rurali e i B&B.
Ma la montagna è una realtà in crescita, sia dal punto di vista del PIL che delle opportunità di sviluppo territoriale.
Continuando a gettare un occhio sul Rapporto Montagne Italia, emerge un ritorno al settore primario, da non relegare però alla sola agricoltura tradizionale. Sono molte le innovazioni presenti nel settore agricolo, sfruttate da un numero consistente di giovani, responsabili dell’avvio di una varietà di produzioni piccole e medie.
Dal punto di vista delle imprese, la montagna rappresenta addirittura un elemento di vantaggio per le imprese del nord, come hanno dichiarato il 38% delle imprese localizzate nei comuni dell'Arco alpino e il 34,9% tra quelle dell'Appennino settentrionale.
Interessante anche il dato legato al tasso di occupazione femminile superiore alle medie nazionali e largamente diffuso nell'arco alpino. A fronte di una media nazionale di occupazione femminile del 41,8%, nell'arco alpino si registra una percentuale del 45,6%.
I territori montani svolgono un ruolo cruciale anche nella gestione dei rifiuti, portando avanti un’attività decisamente virtuosa: rispetto ad una media nazionale di 255,8 kg pro capite annuo di rifiuti indifferenziati, le aree alpine scendono a un livello di 193,0 Kg e gli Appennini a 248,2 kg.
Insomma, la montagna è un territorio vivo, fonte di ricchezza e di risorse, che deve assumere una primaria importanza nel contesto delle politiche di sviluppo nazionali.
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