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I cambiamenti climatici e il riscaldamento globale danno luogo ad una serie di drammatiche conseguenze per l’ambiente: ma quali sono gli effetti psicologici di questi fenomeni?
Il tema del cambiamento climatico è, ahinoi, uno dei più dibattuti degli ultimi anni. Secondo le stime degli esperti, gli effetti del riscaldamento globale sono già in atto e il processo di deterioramento sta accelerando.
Ad oggi, le emissioni di gas serra stanno aumentando più rapidamente del previsto e le conseguenze sono visibili, più di quanto si potesse stimare anni fa.
Abbiamo parlato spesso degli effetti del climate change, che impatta sui livelli del mare, sugli equilibri climatici e sull’incidenza di fenomeni come tempeste e uragani.
Chiaramente, tutto questo si ripercuoterà sulla vita di milioni di persone, paralizzando la società e l’economia, impoverendo gli habitat e minacciando gli ecosistemi.
Da una parte, vediamo una certa consapevolezza in più sugli effetti del riscaldamento globale, ormai riconosciuto pressocchè universalmente dalla comunità scientifica; dall’altra, la risposta istituzionale sembra essere, in alcuni casi, molto lenta e superficiale, quasi come se si volesse nascondere e minimizzare la questione.
Tuttavia, sembra proprio che la minaccia dei cambiamenti climatici stia avendo un impatto molto forte dal punto di vista psicologico sulla popolazione (oltre che ambientale, naturalmente).
Secondo un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona, il cambiamento del clima sta provocando alti livelli di stress e persino la depressione su alcuni soggetti, secondo la loro percezione della minaccia del cambiamento climatico globale.
Ma in che consiste, nello specifico, questa ricerca e come è stata condotta? Mentre il riscaldamento globale continua a sciogliere i nostri ghiacciai ed eventi metereologici di grave entità continuano a colpire parti del globo, i ricercatori hanno deciso di saperne di più su come la percezione delle persone sulla minaccia del cambiamento climatico influisca sulla salute mentale.
Nello studio pubblicato sul Global Environmental Change, i ricercatori hanno delineato tre tipologie di preoccupazioni ambientali che possono avere effetti psicologici:
● La preoccupazione egoistica, legata agli effetti che il surriscaldamento globale può esercitare direttamente sull’individuo;
● La preoccupazione altruistica, ossia l’ansia estesa all’umanità in generale e all’eredità da lasciare alle nuove generazioni;
● La preoccupazione biosferica, che si riferisce alla preoccupazione per la natura, le piante e gli animali.
In un sondaggio online di 342 genitori di bambini piccoli, coloro che hanno segnalato alti livelli di preoccupazione per la biosfera hanno riferito di sentirsi maggiormente stressati dai cambiamenti climatici globali, mentre quelli le cui preoccupazioni erano più egoistiche o altruistiche non hanno segnalato uno stress significativo legato al fenomeno.
Inoltre, quelli con alti livelli di preoccupazione biosferica avevano più probabilità di riportare segni di depressione, mentre nessun altro collegamento con la depressione è stato trovato per gli altri due gruppi.
"Le persone che si preoccupano per gli animali e la natura tendono ad avere una prospettiva planetaria e pensano a problemi più grandi", ha dichiarato la Professoressa Sabrina Helm dell’Università dell’Arizona. "Per loro - ha continuato la Helm - il fenomeno globale dei cambiamenti climatici influisce molto chiaramente su questi aspetti ambientali più ampi, quindi hanno la preoccupazione più pronunciata, perché la vedono già dappertutto. Parliamo già di estinzione delle specie e sappiamo che sta accadendo".
Dunque, sembrerebbe proprio che il cambiamento ambientale abbia anche forti ripercussioni sulla nostra psiche che, un domani, potrebbe avere implicazioni notevoli per la salute pubblica.
D’altro canto, essendo il cambiamento climatico un fenomeno visibile e tangibile già ora, le ansie che ne derivano sono legittime. Pensiamo, ad esempio, ai danni che il surriscaldamento globale ha provocato all’agricoltura e, di conseguenza, agli agricoltori.
Pensiamo anche alle catastrofi che hanno colpito alcune parti del nostro Pianeta, innescando il fenomeno dei migranti climatici , tuttora in forte aumento. Infatti, secondo una ricerca, entro il 2100 l’Europa vedrà triplicare le richieste di asilo di migranti ambientali rispetto alla media degli ultimi 15 anni.
I problemi ambientali non sono fini a se stessi, ma hanno delle implicazioni sociali molto forti, in grado di mutare radicalmente la nostra economia. Insomma, interventi a favore dell’ambiente e politiche forti in tal senso sono una necessità e un dovere, per tutelare gli ecosistemi e proteggere la salute delle generazioni future.
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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