Milano dice addio al diesel, ma l’Italia è sotto inchiesta
Sostenibilità

Milano dice addio al diesel, ma l’Italia è sotto inchiesta

Mentre la capitale lombarda annuncia l’obiettivo zero diesel entro il 2030, intervenendo sulla propria flotta di bus ATM con un investimento di 2 miliardi, l’Italia è sotto procedura d’infrazione per non rispettare le norme UE in termini di concentrazione di particolato e biossido d’azoto.

Due miliardi di euro di investimenti. Questo lo stanziamento messo sul piatto da ATM (Azienda Trasporti Milanese) per raggiungere l’obiettivo zero diesel entro il 2030. Il 50% del budget sarà finalizzato a rafforzare e ristrutturare le flotte di treni, filobus e tram. Il restante si riverserà nelle casse del progetto ‘full electric’, che prevede di eliminare le emissioni di tutti i bus di superficie. Con un miliardo, si sostituiranno 1200 autobus, si costruiranno tre nuove rimesse e si ristruttureranno quelle esistenti.

Al vertice del progetto Together 4 Climate, facente parte del network C40 cities, Milano si incaricava di acquistare bus a zero emissioni a partire dal 2025. A oggi, tempi sono stati sensibilmente ridotti. Dei due miliardi previsti, il primo miliardo sarà frutto di un autofinanziamento da parte dell’azienda milanese, mentre il secondo è ricavato da fondi pubblici, precisamente dal piano di sostituzione del parco mezzi pubblici italiani promosso dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.

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Eliminare le emissioni di quei mezzi pubblici che ancora viaggiano a gasolio, circa il 30% della totalità della percorrenza ATM – il 70% dei bus sono già elettrici – significa risparmiare 30 milioni di litri di gasolio all’anno. 27mila tonnellate di anidride carbonica in meno. Mentre è ancora aperta la diatriba inerente la proroga del contratto di servizio ATM, con il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha più volte ribadito che la vicenda si concluderà nel massimo interesse dei cittadini, i primi 25 nuovi bus elettrici faranno il loro esordio per le strade della capitale lombarda già questo febbraio.

Per i restanti mezzi elettrici, ATM indirà un bando nell’estate 2018, quando sarà appaltata una prima flotta di cento veicoli. La gara, aperta a tutti i costruttori mondiali, vede tra le favorite anche due imprese italiane: Iveco e Industria Italiana Autobus (IIA). Tuttavia, mentre Milano, pienamente coinvolta nelle politiche comuni europee per la lotta contro l’inquinamento, continua a procedere spedita in un’ottica di sostenibilità ambientale, la mobilità sostenibile del resto del Paese è ancora lontana dal rispettare gli standard comunitari sulla qualità dell’aria in vigore dal 2010.

Come hanno sottolineato alcuni attivisti di Greenpeace durante una manifestazione svoltasi a Bruxelles lo scorso 30 gennaio, l’Italia è, insieme alla Francia, l’unico Paese attualmente sotto procedura d’infrazione per le concentrazioni di particolato e per quelle di biossido d’azoto (NO2). I dati italiani sono infatti ben oltre quei limiti, imposti dall’Unione Europea, che prevedono una concentrazione di NO2 non superiore ai 40 microgrammi per metro cubo su base annua.

Il biossido d’azoto, generato per il 70-80% dalla mobilità alimentata a diesel e riconosciuto come elemento certamente cancerogeno, è alla base di una larga parte delle infezioni alle vie respiratorie dovute all’inquinamento. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), l’esposizione a lungo termine al particolato, al biossido d’azoto e all’ozono, è tuttora causa di circa 90mila morti premature all’anno in Italia. Dati che conferiscono ancora più importanza all’azione intrapresa da ATM, ma che auspicano altresì un rapido intervento pubblico per far sì che il passaggio all’elettrico avvenga in tutto il resto del Paese, e che Milano non resti un’eccezione che ci ricordi come non ci sia molto da vantarsi.

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