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A causa del riscaldamento globale, si prevede che entro il 2100 in Europa le richieste di asilo da parte di rifugiati e migranti ambientali triplicheranno rispetto alla media degli ultimi 15 anni.
Il 14 gennaio è stata la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Un'occasione in più per riflettere e fare il punto su una situazione che vede milioni di persone in cammino, in fuga da condizioni o eventi drammatici. All'interno del quadro generale, il riscaldamento globale fa la sua parte, influendo in modo cospicuo sul numero di migranti: 24,2 milioni di individui costretti a fuggire, nel solo 2016, da eventi climatici estremi.
Si tratta dei cosiddetti migranti ambientali che, secondo la definizione dell'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), sono “persone o gruppi di persone che, per pressanti ragioni di un cambiamento improvviso o graduale che influisce negativamente sulle loro vite o sulle loro condizioni di vita, sono costretti a lasciare le loro dimore abituali o scelgono di farlo, temporaneamente o per sempre, e che si spostano sia all’interno del loro paese che oltre confine”.
Un dato destinato a crescere ulteriormente. Secondo uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Science, in assenza di tagli significativi alle emissioni, entro il 2100 l'Europa vedrà triplicare le richieste di asilo rispetto alla media degli ultimi 15 anni. E anche nel caso in cui le politiche salvaclima riuscissero a mitigare gli effetti del riscaldamento globale, il numero di richieste asilo da parte dei migranti ambientali sarebbe comunque destinato a crescere di un quarto.
Traducendo in gradi e percentuali, la ricerca avverte che, con un aumento medio della temperatura del pianeta di 1,8°C, le richieste aumenteranno del 28% (98 mila domande in più ogni anno); se la temperatura dovesse crescere, invece, tra 2,6°C e 4,8°C, le richieste potrebbero aumentare del 188% entro il 2100 (660 mila persone in più ogni anno).
In ogni caso, dunque, “l'Europa vedrà un aumento del numero di persone disperate in fuga dai loro Paesi d'origine” ha dichiarato Wolfram Schlenker, professore della Columbia University di New York, fra gli autori dello studio. Le cause di questo esodo di massa hanno i nomi di situazioni climatiche avverse, che il riscaldamento globale riesce a esacerbare all'ennesima potenza: siccità, aumento del livello degli oceani, alluvioni, uragani, tempeste. Il tutto con conseguenze drammatiche su agricoltura e condizioni di vita.
Solomon Hsiang, professore all'Università di Berkeley, California ed esperto della connessione fra cambiamento climatico e conflitti, ha commentato: “Sarà necessario creare nuove istituzioni e sistemi per affrontare questo flusso costante di richiedenti asilo. Come abbiamo visto dalla recente esperienza in Europa” ha aggiunto “quando ci lasciamo cogliere impreparati ci sono costi enormi tanto per i rifugiati quanto per le popolazioni ospitanti”.
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13 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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