Sustainable Cotton Ranking: le aziende che usano cotone sostenibile 
Sostenibilità

Sustainable Cotton Ranking: le aziende che usano cotone sostenibile 

Il Sustainable Cotton Ranking ci mostra come alcune aziende leader nel 2017 hanno migliorato il loro impegno per il cotone sostenibile, ma ci sono ancora grandi assenti.

Il tema della coltivazione del cotone e della sostenibilità legata a questa pratica è al centro del Sustainable Cotton Ranking 2017, commissionato dal  Pesticide Action Network (PAN) UK, Solidaridad e WWF.

Il rapporto mostra un’approfondita analisi delle performance di 75 tra le maggiori aziende che usano cotone (37 in più rispetto al 2016), tra cui molte realtà che operano nei mercati emergenti di Brasile, Cina, India e Sud Africa.

La prima domanda che dobbiamo porci è: perché parlare di cotone sostenibile?

Ad oggi la produzione “convenzionale” di cotone è caratterizzata da sfide ambientali e socio-economiche interconnesse che minacciano la sostenibilità del settore. Vi sono, infatti, diverse problematiche ambientali, sociali ed economiche che abbracciano la produzione di cotone non sostenibile. Per fare degli esempi, l’utilizzo massivo di fertilizzanti e pesticidi inquinanti, l’uso eccessivo di acqua, le cattive condizioni di lavoro ed elevati debiti per gli agricoltori.

Detto ciò, appare evidente come la produzione di cotone sostenibile sia cruciale per l’economia dei Paesi produttori e possa rappresentare una soluzione per le problematiche sociali e, soprattutto, ambientali che genera.

Ma vediamo ora, nel dettaglio, i dati emersi dal Sustainable Cotton Ranking del 2017.

Secondo la ricerca, a guidare la classifica e ad elevarsi ad aziende virtuose per l’utilizzo di cotone sostenibile (leading the way) sono 5 colossi del mondo imprenditoriale, che vantano un punteggio tra i 50 e i 100 punti.

In testa alla classifica IKEA, il brand svedese di arredamento e design, seguito da Tchibo GmbH, C&A Group, Marks & Spencer e H&M.

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Sotto alle 5 aziende leading the way si classificano gli 8 brand sulla buona strada (well on way), che hanno conquistato dai 25 ai 50 punti, come Adidas, Nike e Levi Strauss & Co. Ulteriori 18 aziende starting the journey si collocano dopo queste 8, totalizzando un punteggio dai 5 ai 25 punti.

Fanalini di coda le 44 aziende che hanno totalizzato meno di 5 punti. Tra queste, nomi importanti sul panorama retail, come Calzedonia SpA, Ralph Lauren Corporation, Giorgio Armani SpA e Max Mara Fashion Group.

Tutte le performance di queste aziende e il conseguente punteggio assegnato è stato elaborato sulla base di fattori come policy, approvvigionamento e tracciabilità della filiera.

Tirando le somme su questi dati, possiamo dire che, in proporzione, sono cresciute le aziende impegnate sul tema rispetto ai dati 2016, ma soltanto 11 imprese risultano effettivamente in linea per il raggiungimento di quota 100% cotone sostenibile entro il 2020 e, in generale, l’approvvigionamento di cotone sostenibile risulta comunque relativamente basso.

Il cotone prodotto con metodiche sostenibili ha rappresentato, per la stagione 2016/2017, circa il 15% dell’offerta globale; secondo le previsioni, per la stagione 2017/2018, si dovrebbe arrivare al 20%. Tuttavia, poco più di un quinto di questi volumi risulta essere effettivamente impiegato: la parte restante viene venduta ai brand come cotone “convenzionale”.

Le difficoltà più grandi incontrate dai retailers nell’approvvigionamento di cotone sostenibile sono legate alla scarsa domanda da parte dei consumatori, alla complessità delle catene di fornitura e al costo aggiuntivo da sostenere.

I committenti della ricerca, sebbene abbiano notato un maggiore impegno da parte dei brand, non sono soddisfatti dei risultati emersi.

“Non c’è alcuna ragione per cui tutte le grandi aziende non possano unirsi a C&A, H&M, M&S, Tchibo GmbH e ad IKEA sul tema del cotone sostenibile” ha dichiarato Richard Holland del WWF International. “Oggi sono disponibili informazioni, esperienze e know how per favorire un modello di approvvigionamento più sostenibile per il cotone, ad esempio attraverso  programmi come la Better Cotton Initiative (BCI)”.

Delle 25 aziende valutate nelle edizioni 2016 e 2017 del ranking, 18 registrano un miglioramento nelle performance soprattutto in virtù di un maggiore approvvigionamento di cotone sostenibile. I 5 brand più performanti del 2016 (IKEA, C&A, H&M, Adidas e Nike) hanno infatti incrementato la percentuale di cotone sostenibile sull’ammontare totale, raggiungendo quota 20% nel 2017; di questi, C&A ha ottenuto il più importante risultato, doppiando il suo punteggio.

Oltre a questo, ben 13 società hanno rafforzato significativamente le loro politiche rispetto al 2016; i maggiori progressi sono stati registrati da GAP Inc, IKEA e M&S.

“Ci sono ancora  troppe aziende che stanno facendo poco o nulla riguardo il tema della sostenibilità del cotone”, ha dichiarato Isabelle Roger, Global Cotton Programme Manager di Solidaridad. “L’assunzione pubblica di impegni da parte dei CEO aziendali riguardo il tema dell’approvvigionamento è fondamentale per favorire cambiamenti nel settore e per rendere il cotone sostenibile la norma da seguire”. 

Che fare adesso? L’obiettivo è quello di far convergere i brand che utilizzano grandi quantitativi di cotone verso la sostenibilità, arrivando a quota 100% di cotone sostenibile utilizzato entro il 2020. Per fare questo, è necessario trasmettere la cultura del cotone sostenibile e fissare obiettivi e piani d’azione per risolvere definitivamente il problema.

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