Italiani e mobilità: statistiche e proposte dal Forum QualeMobilità?
Sostenibilità

Italiani e mobilità: statistiche e proposte dal Forum QualeMobilità?

Qual è il rapporto degli italiani con la mobilità e come si evolverà nel futuro? Di questo e molto altro si è discusso al forum QualeMobilità? del 30 novembre 2017.

Smart cities e transizione verso la mobilità sostenibile: sono stati questi i temi portanti di questa edizione del Forum QualeMobilità?, organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partnership con Cobat.

Al centro del dibattito, una fotografia del rapporto fra italiani e mobilità e le possibili vie da percorrere per avvicinarci sempre più all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili.

Iniziamo subito parlando di dati: ad oggi, l’Italia è il Paese in cui si vendono più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea di 45%) e dove circolano auto e camion tra più vecchi d’Europa (età media intorno ai 20 anni).

Non solo: nel Belpaese circa 91 mila persone all’anno muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico, che spesso supera le soglie massime stabilite (fonte dati: EEA).

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Alla luce di questi dati, non è difficile capire perché circa il 92% degli italiani intervistati si dichiara preoccupato (il 33% molto preoccupato) per la qualità dell’aria nelle città italiane. Inoltre, il 74% degli intervistati si dichiara favorevole all’introduzione del divieto di commercializzazione dei veicoli a combustibili fossili dal 2030.

Per invertire questa tendenza è dunque necessario un netto cambio di abitudini e, per fortuna, ci sono dei segnali rassicuranti in tal senso.

Dal sondaggio emerge che, ad oggi, gli italiani stanno progressivamente abbandonando gli spostamenti con l’automobile in virtù del trasporto multi-modale: i mezzi utilizzati dalla stessa persona ogni settimana sono in media 2,7 e, sebbene la percentuale di impiego di un mezzo di proprietà rimane piuttosto elevata (87%), è comunque in calo rispetto all’anno scorso (92%).

La varietà dei mezzi utilizzati dagli italiani per gli spostamenti è davvero molto ampia: i mezzi pubblici guidano la classifica con il 64%, seguiti dal 32% di fruitori della bici, il 19% che sfrutta taxi o in auto a noleggio e un 10% investe su servizi di sharing economy.

In generale, gli italiani adottano uno schema di mobilità che contempla quattro macro-modelli:

  • I mono-mobili (14%), che compiono più spostamenti utilizzando lo stesso mezzo e sarebbero interessati ai mezzi elettrici se presentassero prezzi più accessibili;
  • Gli stanziali (21%), che compiono pochi spostamenti, spesso sfruttando lo stesso mezzo;
  • I moderati (37%), con un’intensità media di spostamento e scelta limitata dei mezzi;
  • I multi-mobili (28%), che si spostano molto cambiando diversi mezzi e sono disposti ad investire sui mezzi elettrici.

Parlando invece di percorsi, l’auto privata continua ad essere il mezzo privilegiato per gli spostamenti da casa a scuola, soprattutto per le mancanze del servizio pubblico. Le percentuali sono più alte per chi ha figli alla materna (64%), alle elementari (69%) e alle medie (68%), abbassandosi dalle superiori in poi (30%).

Il segmento degli adolescenti dai 14 ai 18 anni è quello multi-modale per eccellenza: accanto ai mezzi pubblici, circa il 30% utilizza la bici (di proprietà o condivisa), oppure va a piedi (10%).

Leggendo questi numeri, possiamo affermare sì che la sensibilità degli italiani verso la mobilità sostenibile è aumentata, ma il rovescio della medaglia è l’assenza di provvedimenti efficaci per promuoverla concretamente.

I modelli europei di mobilità sostenibile (si pensi, ad esempio, ad Olanda e Danimarca) hanno raggiunto risultati ottimali proprio per via di un’attenta pianificazione delle attività a lungo termine e un investimento reale sulla pianificazione urbanistica e sulla rete di trasporto urbana.

Come fare, dunque, per favorire tangibilmente la transizione alla mobilità sostenibile in Italia? A detta degli intervistati, tra i passaggi fondamentali sicuramente il potenziamento della rete di trasporto pubblico (82%), così come gli incentivi economici per l’acquisto di auto elettriche.

“In occasione del Forum QualeMobilità? – dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente – è stato proposto un piano strategico per uscire dal diesel nelle città nel 2025 e in tutta Italia dal 2030: solo 15, 20 anni per sostituire 37 milioni di auto a combustione interna con 20 milioni di mezzi elettrici leggeri e solo 18 milioni di auto elettriche, usate spesso in condivisione. Dimezzando il carico fiscale che oggi grava sulla motorizzazione (da 72 a 36 miliardi di euro all’anno), grazie al progressivo abbandono non solo del gasolio e della benzina, ma anche del gas auto: solo per i trasporti pesanti e per le navi si userà biometano prodotto da rifiuti organici e scarti agricoli.”

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