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La riforma della legge 394 del 91 sulla tutela dei parchi e delle aree protette, licenziata non senza polemiche lo scorso giugno alla Camera, resta in attesa di approvazione al Senato. Federparchi ha presentato al Presidente del Consiglio Gentiloni un appello per accelerare il processo di approvazione.
394/91: si tratta della legge quadro sui parchi e le aree protette, oggetto di una revisione approvata alla Camera lo scorso 22 giugno. E che ora, a oltre 5 mesi di distanza, resta oggetto di discussione tra chi spera in una rapida approvazione in Senato e chi desidera ulteriori migliorie per tutelare le aree protette italiane.
Secondo Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi, è necessario che la riforma venga approvata prima della fine della legislatura. Altrimenti, ha dichiarato: “tutto il lavoro fatto finora andrà in fumo”.
L'iter per il licenziamento della legge è stato, in effetti, lungo, faticoso e per nulla esente da polemiche. Il risultato finale è un testo che, tra le altre cose, prevede la creazione di un finanziamento di 30 milioni di euro in 3 anni destinato ai parchi e un inasprimento delle sanzioni in tema di violazioni e di regole all’interno delle zone protette.
Il punto dolente e più dibattuto riguarda, tuttavia, le autorizzazioni per l’estrazione di gas e petrolio: il provvedimento vieta ogni nuova attività nel territorio del parco e in quelle che definisce “aree contigue”, mentre tutela le operazioni già in corso, a patto che le società petrolifere versino un contributo economico una tantum all’ente parco.
Un compromesso che alcune associazioni ambientaliste, in primis WWF e Lipu, hanno etichettato come concessione alle lobby industriali; e che, d'altro canto, non ha fatto sì che la legge passasse indenne al vaglio del Ministero dello Sviluppo economico e della Ragioneria di Stato. Secondo questi ultimi il testo, così com’è scritto, determina infatti incertezza per le attività di estrazione di gas e petrolio e causa un buco nelle casse dello Stato a cui occorre rimediare.
Come uscire dall'empasse? Approvata la finanziaria, i relatori promettono di riprendere la discussione. Intanto, per sottolineare la sua posizione e chiedere di accelerare i tempi, Federparchi ha recentemente presentato al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni un appello firmato da 158 soggetti, tra cui un'ottantina di sindaci. A sostenerlo ci sono anche Giuseppe Antoci (presidente del Parco dei Nebrodi e responsabile nazionale del dipartimento legalità del Partito Democratico) e Stefano Masini (responsabile dell'area ambiente e territorio di Coldiretti).
“Una legge importante. L'attendiamo da tempo per far funzionare al meglio i parchi” ha dichiarato in proposito Masini. “Finora la protezione della natura attraverso le aree protette ha assolto a una funzione fondamentale: quella di limitare il consumo di suolo, conservando la biodiversità. Ora dobbiamo fare un passo in avanti. È necessario promuovere un'economia sostenibile legata ai territori e alla natura, proprio a partire dall'agricoltura e dal turismo”. Secondo Masini la nuova legge può essere la chiave per fare un bel passo avanti in questo senso. Ma la questione resta aperta, e il testo di legge è giudicato da più parti insufficiente, per ragioni diverse e persino contrapposte.
Come finirà? Al futuro prossimo l'ardua sentenza.
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PAC: il futuro delle terre coltivate
14 Dicembre 2017Potrebbero interessarti ...
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