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Dall’economia degenerativa all’economia della ciambella: un nuovo sguardo per cambiare i paradigmi che hanno guidato lo sviluppo degli ultimi due secoli.
Economia e ambiente, un binomio che non può più essere scisso: questo, in pochissime parole, il concetto principale espresso dall’economista Kate Raworth all’interno del suo più recente libro “L’economia della ciambella - Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo”.
La studiosa è stata protagonista dell’Aurelio Peccei Lecture 2017, organizzato da WWF Italia e dal Club di Roma in collaborazione con Novamont, all’interno della Camera dei Deputati. L’evento è stato occasione di presentazione da parte del WWF del manifesto SOS, per un futuro umano sostenibile.
I modelli economici che hanno finora prevalso nello sviluppo di buona parte del mondo hanno richiesto costi altissimi ai sistemi naturali e sociali, afferma la ricercatrice all’interno del suo volume. Occorrono dunque nuovi paradigmi, una nuova economia che sia in grado di essere sostenuta dall’ambiente e dalla quale l’uomo del XXI secolo non può prescindere.
L’autrice si spinge oltre, smontando tutte le teorie economiche insostenibili che hanno guidato lo sviluppo economico dall’Ottocento a oggi e delineando i contorni dell’economia della ciambella, composta da sette teorie base sulle quali sviluppare modelli di economia circolare capaci di evitare la “caduta” nel buco nero dell’insostenibilità.
Perfettamente in linea con questa visione, il manifesto lanciato da WWF per uno Spazio Operativo e Sicuro impegna i sottoscrittori a rispettare l’Agenda 2030 e gli accordi di Parigi, integrandoli con le prescrizioni della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile presentata lo scorso luglio all’High Level Political Forum delle Nazioni Unite. Il Manifesto rivela dunque fin da subito il proprio focus sulla concretezza delle azioni.
Un punto molto importante del Manifesto riguarda l’energia, una delle principali sfide del nostro tempo. Da una parte, è richiesto l’impegno alla transizione nei confronti delle energie rinnovabili, agendo per la decarbonizzazione dell’economia. Dall’altra, è necessario abbandonare l’infinita espansione dei consumi di energia, di materie prime e di trasformazione dei sistemi naturali, considerando città e centri urbani come luoghi del bene comune che possano essere sostenibili e fondati su processi circolari, a imitazione di quelli naturali. Il manifesto è già stato sottoscritto da Barilla, Mutti, Novamont, Sofidel, Unilever Italia e Wind Tre.
Il cambiamento di paradigma prescritto da WWF e dalla dottoressa Raworth richiede il passaggio da un’economia degenerativa a una economia generativa, capace di combattere i quattro più gravi problemi che sono stati causati dal “vecchio” sistema economico: cambiamento climatico, perdita del suolo, perdita della biodiversità e inquinamento chimico.
Il manifesto parla chiaro: non è più tempo di pensare alle singole economie, ma a un’economia mondiale, in grado di garantire equilibrio al nostro Pianeta.
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