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Il bando del Ministero dei Trasporti britannico punta a favorire la creazione di biocombustibile per mezzi pesanti, come aerei e camion, a partire da rifiuti.
Oltre 300 miliardi di fatturato entro il 2030: queste sono le astronomiche cifre presentate recentemente da Enel in collaborazione con The European House - Ambrosetti che delineano uno scenario potenzialmente più che roseo per l’economia italiana.
La mobilità elettrica è un tema che sta destando sempre più interesse in tutto il mondo: aumentano le presentazioni di modelli elettrici da parte delle più grandi case automobilistiche e crescono i piani a sostegno dello sviluppo della mobilità sostenibile. L’energia elettrica, però, non può essere una risposta universale: jet e camion, ad esempio, sono troppo pesanti per poter sfruttare questo tipo di alimentazione.
Questo non significa che non siano possibili soluzioni alternative: il Ministero dei Trasporti britannico ha recentemente stanziato 22 milioni di sterline - quasi 24 milioni di euro - per progetti volti a sviluppare biocombustibile per aerei e camion a partire dai rifiuti. Al momento, circa 70 realtà sono pronte a candidarsi per tentare di ottenere i fondi e raggiungere l’obiettivo.
L’iniziativa segna un passo concreto nella direzione che già l’Inghilterra aveva annunciato: bandire qualsiasi nuovo veicolo alimentato a benzina o diesel entro il 2040.
La scelta di puntare su soluzioni alternative per i mezzi pesanti è tutt’altro che casuale: secondo il Ministero dei Trasporti, l’inquinamento atmosferico costituisce, ad oggi, la più grande minaccia per la salute dei cittadini britannici. Intervenire con soluzioni ecologiche per l’alimentazione dei mezzi aerei e stradali pesanti aiuterebbe a ridurre l’inquinamento dell’aria del 90%.
L’idea di sfruttare i rifiuti a questo scopo, ottenendo un doppio risultato positivo per l’ambiente, non è nuova: diversi esperimenti sono già stati condotti in Nord America e in Europa. In particolare, lo scorso anno un’azienda collaboratrice della Virgin Atlantic è riuscita a sviluppare un combustibile per mezzi pesanti a partire dai gas di scarico prodotti dalle acciaierie, che è risultato essere il 65% più pulito del combustibile tradizionale.
Non resta ora che vedere se i fondi stanziati dal Governo britannico saranno sufficienti a stimolare un’accelerazione nella ricerca e nel conseguimento di risultati su questo fronte. Di certo le aspettative sono alte: secondo il Ministero dei Trasporti britannico lo sviluppo di biocombustibile a partire da rifiuti potrà portare un valore pari a all’economia britannica, supportando fino a 9.800 nuovi posti di lavoro.
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