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Uno studio effettuato dai biologi dell'Università di Stanford e dell'Università nazionale autonoma del Messico dimostra che la Terra sta vivendo la sesta estinzione di massa della sua storia. A rischio intere specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili.
I nuovi dinosauri sono uccelli, mammiferi, anfibi e rettili. A 65 milioni di anni dalla scomparsa di quegli enormi, giurassici abitanti della Terra, il pianeta sta vivendo la sesta estinzione di massa della sua storia. La questione, dibattuta per anni senza che la maggior parte delle persone se ne rendesse conto fino in fondo, è l'oggetto di uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Proceedings of the National Academy of Sciences o Pnas) dai biologi dell'Università di Stanford e dell'Università nazionale autonoma del Messico.
Gli studiosi hanno mappato 27,600 specie di animali (un campione rappresentativo della metà delle specie note di vertebrati terrestri), concludendo che la sesta estinzione di massa potrebbe addirittura essere peggiore del previsto.
Si tratta, infatti, di un fenomeno che va ben al di là dei singoli esemplari considerati scomparsi dal mondo, in media due ogni anno. "Focalizzarsi sulle estinzioni porta alla comune, falsa, impressione che il biota della Terra, non sia immediatamente minacciato. Ma stia solo attraversando una fase di maggiore perdita della biodiversità".
Invece, gli autori della ricerca, Rodolfo Dirzo e Paul Ehrlich dello Stanford Woods Institute for the Environment e Gerardo Ceballos della National Autonomous University of Mexico, hanno osservato che la biodiversità animale che una volta viveva accanto all'uomo è diminuita del 50%. Inoltre, più del 30% delle specie di vertebrati si sta riducendo per numero di individui ed espansione geografica, e ben 177 specie di mammiferi hanno dovuto rinunciare ad almeno del 30% dell'habitat in cui erano solite vivere tra il 1990 e il 2015. Oltre il 40% di queste specie hanno fatto registrare una diminuzione di esemplari che ammonta all'80%.
Secondo i ricercatori, ci troviamo insomma di fronte a una sorta di “annichilimento biologico”, che porterà alla perdita di molte delle specie animali oggi conosciute. "Questo è il preludio alla scomparsa di molte più specie” sostengono, “e al declino di sistemi naturali che hanno reso possibile la nostra civiltà". Le cause sono ormai ben note, e sono tutte riconducibili a un'unica specie: l'uomo. E così l'aumento dell'inquinamento, la sovrappopolazione e il surriscaldamento globale mettono a rischio gli ecosistemi. Un rischio che, anno dopo anno e a una velocità spaventosa, si sta trasformando in terribile realtà.
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