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Se sul finire degli anni ‘50 del 1900 Mao Zedong ha dato vita al Grande Balzo, negli ultimi anni la Cina di Xi Jinping sta mettendo in campo la “svolta green”.
La sfida contro le fonti energetiche fossili è da tempo iniziata per Pechino e, considerando il numero di progetti terminati, in via di completamento e quelli ancora al vaglio dei tecnici, possiamo cautamente dire che Xi Jinping stia portando a casa un buon risultato. Vogliamo proporvi un volo pindarico su cinque tra i maggiori progetti della Cina nel settore delle rinnovabili. Nel settore eolico troviamo due grandi farm: l’impianto eolico off shore Jiangsu Rudong, nella provincia dello Jiangsu che può vantare una capacità di 150MW, prodotta da circa 50 turbine installate dalla Siemens e dalla Goldwind.
E il Gansu Wind Farm Project, per cui il governo cinese ha stanziato 17,5 miliardi di dollari per la costruzione di un impianto che produrrà entro il 2020 20mila MW, con l’obiettivo di far diventare questo sito la più grande wind farm del mondo.
Il sole è sicuramente tra le fonti rinnovabili più utilizzate in Cina: il Longyangxia Dam Solar Park, nella provincia dello Qinghai, con i suoi 27 km quadrati (visibili anche dallo spazio), produce circa 850MW di energia solare. Quest’ultimo, sebbene tra i più grandi, non è tra i più originali impianti ideati da Pechino.
La Panda Green Energy Group, ha realizzato il gigantesco impianto fotovoltaico a forma di panda nella regione dello Shanxi, provincia settentrionale della Cina. Datong Panda Power Plant, che ha una potenza di 100 MW, è il nome di questo patriottico impianto, costruito dalla società di Honk Kong (ricordiamo che il panda è uno dei simboli cinesi internazionalmente più riconosciuto).
La Solar Valley, un complesso residenziale di cinquemila metri quadri interamente alimentato da energia solare è, invece, l’imponente progetto, ideato dall’ex ingegnere petrolifero Huang Ming, ed è riconosciuto come il progetto pilota della politica di urbanizzazione green cinese. La straordinarietà del progetto risiede anche nella creazione di giardini pensili e spazi verdi che aiuteranno la piccola oasi, a metà strada tra Shanghai e Pechino, a dare un contributo alla lotta all’inquinamento.
Altro esempio di rifacimento urbano è il contratto firmato dallo studio italiano Stefano Boeri Architetti e l’Amministrazione di Liuzhou, nella provincia meridionale del Guanxi, per la costruzione di una “città foresta” lungo il corso del fiume Liujiang: il nome trae origine dalla volontà di ricoprire gli edifici della città con oltre un milione di piante e di piantare 40mila nuovi alberi.
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