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In occasione del primo Italian Sustainability Day, per gettare le basi di un mercato più verde e più rispettoso dei diritti umani, 17 società quotate hanno incontrato diversi partner nazionali ed internazionali.
In Piazza Affari, pochi giorni fa, si è tenuto il primo Italian Sustainability Day che ha visto la partecipazione di diverse aziende italiane interessate ad investire in un futuro più sostenibile.
L’obbiettivo è quello di muovere verso portafogli improntati al rispetto dei cosiddetti parametri ESG - Enviromental, Social and Governance, cardini essenziali di questo approccio economico.
Più attenzione all’ambiente, ai rischi legati ai cambiamenti climatici, ai fattori inquinanti, al riciclo dei rifiuti ed alla deforestazione. Maggiore impegno nelle politiche sociali, nel rispetto dei diritti umani, delle politiche di genere e dei ritmi lavorativi. Ricerca di prassi eque nella retribuzione dei dipendenti, nella composizione dei consigli di amministrazione e nel rispetto delle deontologie professionali.
L’approccio pratico sarà duplice: se da un lato si cercherà di investire in modelli economici più virtuosi, dall’altro si tenderà ad escludere tutti gli operatori che occupano alvei di mercato iniqui.
Chiaramente non siamo nel campo della mera beneficenza: le società coinvolte considerano seriamente questi investimenti a lungo termine soprattutto perché esistono evidenti ritorni economici (e mediatici) per loro stesse ed i loro investitori.
“Incorporare temi ESG nella strategia di crescita aziendale e nel dialogo con gli investitori, attuali e futuri, è ora parte delle best-practice internazionali e apre nuove opportunità di finanziamento, innovazione e creazione di valore”.
Andrea Sironi, Presidente di Borsa Italiana
Nel mercato italiano sembra che i grandi investitori siano sempre più orientati verso questo tipo di mercato (anche perché, in Italia, quello dei ‘vizi’ è un affare di Stato, legato ai guadagni del gioco d’azzardo e del fumo) e, nel solco tracciato da Banca Etica, si fanno sempre più numerosi gli estimatori delle ‘obbligazioni sostenibili’, intenzionati ad inserire nei propri portafogli azioni di società virtuose.
Un fronte economico così ampio che Morningstar (la più nota società al mondo nella fornitura di ricerche finanziarie indipendenti) ha elaborato un suo indice di valutazione ad hoc affidandosi ai dati di Sustainalytics, azienda che si occupa proprio di ricerca sui temi ESG.
Un indice che, solo a marzo del 2016, stroncava però molti fondi europei, bollandone quasi due su tre come “basso” o “sotto la media”. Jon Hale, capo delle ricerche sulla sostenibilità di Morningstar, spiegò al Financial Times che i fondi che gestiscono grandi capitali compiono scelte di investimento senza porsi dubbi di ordine etico. Spesso è proprio di fronte ad un crollo azionario che si investe e poco importa se la crisi in questione nasce da uno scandalo o da un disastro ambientale come quello della Deepwater Horizon.
L’Italian Sustainability Day rientra all’interno del più ampio programma di Italian Equity Roadshow che, nel novembre del 2016, vide il suo primo atto con una due giorni organizzata da Borsa Italiana per agevolare gli incontri fra le società quotate sul mercato italiano e gli investitori americani.
L’economia globale quindi conferma una volta di più il suo trend opposto al ‘trumpismo’, guardando all’innovazione e ad un futuro in cui ambiente e grossi investimenti vanno nella stessa direzione.
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