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Legambiente, tramite il vice presidente Edoardo Zanchini, lancia l’allarme: l’articolo 62 del decreto legge 50/2017 faciliterebbe le speculazioni edilizie. Il consumo del suolo è una delle questioni meno affrontate dall’attuale legislatura.
A inizio maggio, la Commissione Bilancio della Camera ha avviato l’iter per convertire il decreto legge del 24 aprile 2017 n.50. Il provvedimento contiene una serie articolata di misure in materia di entrate, enti territoriali, giustizia tributaria, infrastrutture, sviluppo economico e interventi per accelerare la ricostruzione e la ripresa delle aree colpite dagli eventi sismici dello scorso anno. Una manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro articolata in un testo di 67 punti.
Uno dei passaggi che fa discutere, e in particolare genera una reazione da parte del vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, è l’articolo 62, relativo alla costruzione di impianti sportivi.
“Sembra un intervento normativo pensato più per dare il via libera alla costruzione di veri e propri quartieri e all’occupazione di nuovi suoli, che per la riqualificazione o la realizzazione di nuovi impianti sportivi”, commenta. Legambiente è favorevole a intervenire sugli impianti sportivi italiani per renderli più moderni ed efficienti, ma è contraria a vincolare tale iniziativa alla costruzione di edifici residenziali. Inoltre, vorrebbe che ogni procedura di costruzione, ricostruzione o demolizione di impianti esistenti sia legata a un progetto sportivo o ad associazioni sportive.
Così facendo, invece, il rischio è di favorire eventuali speculazioni edilizie, con la possibilità di presentare progetti di riqualificazione che si concentrino soltanto apparentemente sugli aspetti sportivi, puntando in realtà a più ampie operazioni a fini commerciali. Inoltre, spiega Zanchini, “nel momento in cui queste operazioni possono essere di qualsiasi dimensione o scala, lasciate in mano a soggetti solo indirettamente legati a società sportive, è evidente che potrebbero avere interesse a stravolgere regole di tutela e di pianificazione delle città italiane”.
L’articolo 62, quindi, sempre secondo Legambiente, deve essere stralciato o modificato. Infine, conclude Zanchini, “da un anno è fermo al Senato il disegno di legge in materia di consumo di suolo, e sarebbe davvero un pessimo segnale per il Paese e per l’ambiente se questa fase della legislatura si caratterizzasse per provvedimenti che invece di tutelare il suolo ne favoriscono il consumo”.
Quello sul contenimento del consumo di suolo è in effetti uno dei ddl che difficilmente saranno approvati prima della chiusura della legislatura. Regioni e Senato non trovano un punto di incontro e il tema non è stato trattato in modo adeguato dalle Commissioni Ambiente e Agricoltura. Inoltre, molte Regioni si stanno dotando di una normativa ad hoc, portando così a un probabile abbandono di un disegno di legge che, pur con tutti i difetti del caso, avrebbe posto il tema del consumo di suolo come priorità di medio termine del Paese.
Riguardo al decreto legge n.50 del 24 aprile 2017, la Commissione Ambiente si è successivamente riunita per esaminarne i contenuti e, tra le altre cose, ha inoltre fatto presente come l’articolo 62 non preveda un adeguato coordinamento con la disciplina dettata dal comma 304 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2014. In questi giorni proseguirà alla Camera la fase di approvazione dei vari emendamenti presentati, con aggiornamenti quotidiani del testo. Il decreto legge dovrà essere convertito entro il 23 giugno 2017.
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