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Il 2017 è stato proclamato dall'ONU Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo. Obiettivo: un turismo che impatti il meno possibile sull'ambiente e che costituisca un motore di sviluppo per territori ed economie.
Viaggiare, difficile immaginare un modo più piacevole per favorire lo sviluppo di economie locali e nazionali. Proprio a questo scopo, il 2017 è stato proclamato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo”: per favorire le economie in difficoltà con possibilità di occupazione e attività di commercio preservando, d'altro canto, l'ambiente.Sì perché in questi anni di emissioni nocive, riscaldamento globale e risorse a rischio, il viaggiatore non può più permettersi la noncurante inconsapevolezza del turismo di massa, ma è chiamato ad applicare -anche lontano da casa, anche in vacanza- quelle best practice che, sconfinando spesso nel semplice buon senso, permettono di limitare al massimo il proprio impatto ambientale, spesso elevatissimo.
Lo confermano i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea): secondo uno studio del 2015 aggiornato a novembre 2016, ad esempio, i turisti europei consumano ogni giorno dalle 3 alle 4 volte la quantità di acqua abituale, mentre il trasporto aereo in UE sarebbe uno dei settori maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra in atmosfera.
A tutto ciò risponde e si oppone la decisione dell'ONU, che chiama in campo il turismo sostenibile a 28 anni dalla sua definizione da parte dell'Organizzazione mondiale del turismo: un modo di viaggiare rispettoso del pianeta, che non altera l’ambiente e non ostacola lo sviluppo di altre attività. Un modo di muoversi non distruttivo, capace, secondo la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette, “di rispondere ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri”.
Se si pensa che il settore è capace di realizzare un fatturato di circa 1.260 miliardi di dollari a livello mondiale, si intravede tutto il potenziale che questa scelta, se ben pianificata e sfruttata, può liberare. Ecco perché, secondo il segretario generale dell’Unwto Taleb Rifai, la dichiarazione delle Nazioni Unite del 2017 come “Anno Internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo” sarebbe “un’occasione unica per promuovere il contributo del settore del turismo ai tre pilastri della sostenibilità – economico, sociale e ambientale”. Ed ecco perché, in Italia e nel mondo, fioriscono iniziative in materia: dall'organizzazione di convegni programmatici a progetti di sviluppo montano, dalle partnership nazionali alle reti di collaborazione locale, dalla tutela dei parchi alle rivisitazioni in chiave green di strutture turistiche esistenti.
All'interno dei confini nazionali, in particolare, il tema proposto dall'ONU si arricchisce di un'ulteriore accezione: il 2017 è stato infatti proclamato Anno dei Borghi, concentrati di bellezza cui dedicare cure e tutele. “I borghi che costellano il territorio delle nostre regioni” ha dichiarato il Ministro Franceschini “ricchi di storia, cultura e tradizioni, sono il cardine per la crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi vivono. L’Anno dei Borghi sarà un momento importante per promuovere queste realtà che tanto contribuiscono alla qualità della vita nel nostro Paese”.
Buon viaggio, dunque, a tutti gli ecoturisti del 2017: una valigia in mano, e un occhio alla propria impronta ecologica.
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