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Il magazine americano di storia, geografia e cultura National Geographic ha indetto, la scorsa estate, un contest fotografico per premiare i migliori scatti a tema naturalistico dell’anno.
Si tratta del Nature Photographer of the Year Contest 2016: i partecipanti potevano scegliere di inviare i propri contributi fotografici ispirandosi a quattro tematiche diverse: azione, ritratti di animali, problemi ambientali e paesaggio. Nella giuria alcune personalità di spicco della rivista, fra cui Kathy Moran (photo editor) e i fotografi Joe Riis e Jim Brandeburg.
Per ogni categoria sono stati premiati tre scatti, più alcune menzioni speciali e un Gran Premio, che consisteva in un tour di dieci giorni per due persone a bordo della National Geographic Endeavour alla volta delle isole Galapagos.
Il vincitore per la categoria “Azione”, nonché insignito del Gran Premio è un fotografo francese, Greg Lecour, che ha immortalato nel suo “sardine Run” la fuga frenetica di questi animali nei fondali di Port Saint John, in Sud Africa. “Ho catturato questa immagine durante la migrazione delle sardine lungo le coste selvagge del Sud Africa – ha raccontato Lecour – La caccia delle sardine ha inizio con i delfini, che hanno sviluppato tecniche speciali di cattura. Con notevole vista, le sule seguono i delfini prima di tuffarsi in caduta libera da 30 a 40 metri di altezza, perforando la superficie dell’acqua ad una velocità di 80 chilometri all'ora per ottenere il loro carico di sardine”.
Per la categoria “Animali” ha trionfato l’indiano Varun Aditya con un meraviglioso ritratto di un serpente appostato su un ramo. “Ho scattato questa foto a Amboli, Maharashtra, India, durante una camminata mattutina nella foresta pluviale. Quando ho visto questa bellezza sono subito passato dalla lente macro a quella grandangolare per scattare la fotografia”, ha spiegato Aditya nella didascalia dell’immagine.
Il vincitore della categoria “Problemi ambientali” è il russo Vadim Balakin con il suo scatto “Vita e morte”. L’immagine, molto toccante, raffigura una carcassa di un orso polare in una delle isole del Nord Svalbard. “Purtroppo non sappiamo assolutamente se l’orso sia morto di fame o di vecchiaia - ha raccontato Balakin - ma visto lo stato dei denti è probabile che sia morto di fame. La conseguenza di tali resti è riconducibile, molto spesso al riscaldamento globale e alla condizione dei ghiacciai, che influenzano la vita degli orsi polari”.
L’ultimo vincitore relativo alla categoria “Paesaggi” è l’olandese Jacob Kaptein, che ha immortalato un piccolo faggio in una foresta a Leuvenum (Paesi Bassi). “In autunno, quando le precipitazioni sono alte, si allagano pezzi di foresta - ha raccontato Kaptein sulla storia del suo scatto - Una volta ho visto questo piccolo faggio in acqua, cercando di sopravvivere in queste condizioni difficili. Sono tornato spesso in questo posto per scattare una foto. Una sera tutte le condizioni erano soddisfacenti”.
Quale scatto vi ha colpito di più?
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