Aviazione civile: si intensifica la lotta alle emissioni
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Aviazione civile: si intensifica la lotta alle emissioni

Dagli USA all’Europa, FAA ed EUROCONTROL lavorano per stanziare finanziamenti e studiare nuovi strumenti che possano soddisfare le esigenze ambientali nonostante l’aumento della domanda civile.

Oltre 30 milioni di euro a favore di nove aeroporti delle maggiori città degli Stati Uniti, tra le quali si annoverano Chicago e Los Angeles. Questo l’investimento stanziato dall’US Department of Transportation (DOT) per finanziare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica del settore civile. Un atto rientrante nelle strategie di quel Airport Improvement Program (AIP), che, fondato nel 1982, impegna annualmente quasi 3 miliardi di euro annui in progetti volti a garantire sicurezza ed efficienza degli aeroporti statunitensi.

Che le attenzioni ad assicurare il rispetto degli standard ambientali fossero aumentate, si era capito sin dall’emanazione del Voluntary Airport Low Emission (VALE), un programma creato nel 2005 che consente agli scali statunitensi non a norma di fare richiesta di fondi statali per acquistare veicoli e strumenti elettrici o a bassa emissione; o dallo Zero Emission Airport Vehicle (ZEV), parte di una riforma della Federal Aviation Administration (FAA) che mira a concedere finanziamenti per apportare modifiche infrastrutturali capaci di migliorare la sostenibilità ambientale. Dal 2005 a oggi, la FAA ha speso 250 milioni di dollari a favore della mitigazione climatica. Le emissioni sono diminuite di circa 840 tonnellate all’anno.

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Se saranno confermate le strategie energetico-ambientali esposte dal neo-eletto Presidente Usa Donald Trump, il trend attuale potrebbe cambiare. Il raggiungimento di un’indipendenza energetica interna basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili, rappresenterebbe un punto di rottura che minerebbe la riuscita degli accordi internazionali vigenti. Ma, per il momento, proprio una collaborazione, quella decennale tra FAA ed EUROCONTROL, organizzazione intergovernativa europea volta a sviluppare e mantenere un efficiente sistema di controllo del traffico aereo, sta risultando decisiva per creare un database globale che contenga i movimenti nei cieli di tutto il mondo, studiarne gli effetti e perfezionare le politiche congiunte di mitigazione climatica.

In Europa, EUROCONTROL sta tenendo sempre più in considerazione le esigenze ambientali attraverso la progettazione di strumentazioni ad hoc. IMPACT, per esempio, è una piattaforma che incrocia le analisi relative alla produzione di inquinamento acustico, carburante bruciato ed emissioni di anidride carbonica, creando un approccio olistico che possa coordinare un’azione corale di Stati e compagnie. E se BASA descrive le performance degli aeroplani durante le fasi di volo, contenendo informazioni dettagliate sull’efficienza dei diversi modelli in servizio, PRISME crea un inesauribile deposito di dati attivo dal 1996. Dati che riguardano i piani di volo presentati dagli operatori, quelli approvati dai Network Manager e quelli effettuati nel concreto, e che vengono processati e convertiti in modo da essere studiati da una prospettiva ambientale.

Nel frattempo, l’evoluzione tecnologica dei mezzi ha consentito un aumento della capienza apportando risultati concreti anche in termini di efficienza. Tra il 2005 e il 2014, nonostante il numero di passeggeri che hanno solcato i cieli d’Europa sia cresciuto del 25%, i voli sono diminuiti dello 0,5%; e, secondo l’European Aviation Environmental Report 2016, nel prossimo triennio si realizzeranno consistenti risparmi di carburante – tra lo 0,8 e l’1,6 milioni di tonnellate annue – che ridurranno le emissioni di C02 di 5 milioni di tonnellate.

Tuttavia, per sviluppare un’analisi completa sulla quale appoggiarsi per ottenere un’inversione di rotta definitiva, gli strumenti attuali non sono ancora sufficienti. Andrew Watt, Head of Support To Single European Sky-related Policies di EUROCONTROL, assicura che “nei prossimi 5-10 il focus dei modelli di studio si focalizzerà sulla materia particolata (PM10), l’inquinamento acustico di mezzi minori, i rischi provenienti da parti terze e gli impatti climatici delle emissioni prodotte dall’aviazione ma non riferite alla C02”.

Nonostante l’efficienza raggiunta, infatti, le previsioni a medio-termine prevedono un aumento del traffico aereo europeo pari al 2% annuo fino al 2022. In altre parole, le emissioni di anidride carbonica sono comunque destinate ad aumentare e, per evitarlo, sarà necessario il perfezionamento di tecnologie e procedure in grado di sostenere la crescita dell’industria senza avere una ricaduta direttamente proporzionale sull’aumento dei gas serra.

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