L’emergenza idrica è tra le più grandi sfide mondiali
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L’emergenza idrica è tra le più grandi sfide mondiali

I cambiamenti climatici, il surriscaldamento globale, l'inquinamento e il rapido sviluppo urbano rendono più difficile garantire l'accesso ad acqua pulita per tutti: a farne maggiormente le spese è l'Asia.

È impressionante pensare che il 97% del nostro pianeta sia ricoperto d'acqua. È ancor più impressionante rendersi conto del fatto che l'accesso a questa risorsa, apparentemente così abbondante, sia un problema cruciale per una buona fetta di umanità. Non va dimenticato che di questa quantità totale, soltanto lo 0,65% è concentrato in fiumi, laghi, falde acquifere, falde sotterranee e nell'atmosfera, a disposizione di tutti. Da questa percentuale misera, togliamo tutte le risorse idriche che abbiamo reso inutilizzabili tramite l'inquinamento: ora l'impressione è che di acqua non ce ne sia poi così tanta.

Ed è così che, su un pianeta composto prevalentemente d'acqua, si finisce per dover inserire l'emergenza idrica tra i principali rischi globali del 2016, all'interno del Global Risks 2016 Report del World Economic Forum, mentre tra i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, al sesto posto, figura “Accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari per tutti”.

A dover fronteggiare le maggiori sfide nel prossimo futuro, sarà l'Asia: lo attesta lo studio “Sustainable Cities Water Index” condotto da Arcadis, in collaborazione con il Center for Economics and Business Research.

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La ricerca prende in esame 50 città in 31 diversi Paesi, valutando i livelli di sostenibilità idrica dei centri urbani tramite una selezione di criteri tra i quali la gestione sostenibile delle risorse, la capacità di resilienza in caso di catastrofi naturali, la pulizia e la salubrità dell'acqua.

Il risultato? Soltanto tre città asiatiche sono state in grado di superare lo scoglio della metà classifica, con Singapore al 22esimo posto, Seoul al 33esimo e Tokyo al 25esimo. Jakarta, Manila, Mumbai e Nuova Delhi chiudono invece la classifica. Prendendo in considerazione i singoli indici di valutazione, la situazione appare ancora più critica: nessuna delle città asiatiche arriva in Top Ten, ad eccezione di una sesta posizione di Tokyo per quanto riguarda l'efficienza.

Una situazione difficile, resa ancora più complessa dal rapido sviluppo urbano in corso in queste aree del mondo. La crescita frenetica impone perfino maggiori difficoltà nello sviluppo della città in equilibrio con le reti idriche e i sistemi di gestione dell'acqua, con il rischio di rendere sempre più difficile un corretto approvvigionamento per i milioni di cittadini che affollano i grandi centri urbani.

Tuttavia, un esempio virtuoso al quale guardare esiste, anche in Asia: Wuhan è la più popolosa città cinese, con 12 milioni di abitanti. Questo centro urbano è regolarmente esposto ad alluvioni dal salatissimo costo, sia in termini economici, sia in termini di vite umane. Per arginare il problema è stato dato il via a un piano di gestione delle acque e di riprogettazione della rete idrica cittadina, con interventi a lungo termine racchiusi sotto il nome di “Sponge City”, cioè Città di Spugna.

Si spera che i risultati non tardino ad arrivare e che si riesca a trovare soluzioni applicabili anche nelle altre aree critiche del mondo: purtroppo, i cambiamenti climatici in corso e il surriscaldamento globale non saranno nostri alleati.

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