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Le uova biologiche derivano da galline cresciute in allevamenti biologici all'aperto e alimentate senza l'ausilio di pesticidi o concimi chimici, e si rivelano essere ricche di nutrienti preziosi per la salute. Ecco come riconoscerle a partire dal codice alfanumerico che le contraddistingue.
Versatili e nutrienti, in questi tempi di diatribe e neologismi alimentari le uova, ingredienti da molti e in moltissime parti del mondo considerati indispensabili in cucina, sono capaci di mettere d'accordo onnivori e vegetariani. Secondo una stima di Federalimentare realizzata in occasione del World Egg Day 2015, le uova più utilizzate - quelle di gallina - sono consumate a livello globale in una quantità pari a due miliardi al giorno, di cui 600 mila solo in Italia.
Com'è facilmente intuibile, tuttavia, le uova non sono tutte uguali, né sono esenti da dubbi e considerazioni etiche che, per essere soddisfatti, richiedono una conoscenza accurata del prodotto. Nella ricerca di un'alimentazione salutare, che garantisca altresì benessere animale e un impatto quanto più possibile limitato sull'ambiente, dove si collocano le uova biologiche? Cosa le identifica come tali e come si riconoscono all'interno dell'ampia gamma di scelta disponibile nei punti vendita cui siamo abituati?
Innanzitutto, le uova biologiche derivano per definizione da galline cresciute in allevamenti biologici, il che significa che ciascun animale deve avere uno spazio adeguato (fino a 10 metri quadri) in cui poter razzolare all’aperto; parallelamente, i mangimi con cui sono nutrite devono provenire esclusivamente da agricoltura biologica e non prevedere, dunque, l'ausilio di OGM, pesticidi, antibiotici o concimi chimici che finirebbero inevitabilmente nel sangue e nel prodotto riproduttivo delle galline. Se e solo se questi due parametri sono rispettati, si può parlare a ragione di uova biologiche.
Non resta, a questo punto, che imparare a riconoscerle al momento dell'acquisto, decifrando il codice alfanumerico presente sulle uova stesse. Da bravi consumatori consapevoli, le informazioni che possiamo ricavare da questo numero identificativo sono molte, e molto precise. Mentre a partire dalla seconda posizione le sigle riguardano la provenienza delle uova (stato, comune, provincia e identificativo ASL dell'azienda produttrice), la prima cifra riguarda appunto la modalità di allevamento delle galline. Ecco una piccola guida orientativa:
-Il numero 3 identifica le galline allevate in gabbia, o batteria: gli animali sono ammassati e segregati in spazi angusti di locali con luci sempre accese, per aumentarne la produttività;
-Il numero 2 si riferisce alle galline allevate “a terra”, ma comunque rinchiuse in capannoni affollati di esemplari;
-Il numero 1 definisce le galline allevate all'aperto in maniera intensiva (gli animali sono liberi di razzolare all'esterno, ma il mangime utilizzato è tradizionale e lo spazio a disposizione per ciascuna gallina è di 2,5 metri quadri);
-Il numero 0 identifica le galline allevate all'aperto in maniera estensiva, alimentate con mangime biologico e sottoposte ai controlli necessari a ottenere la certificazione.
Alcuni studi comparativi fra le diverse tipologie esistenti hanno rivelato come le uova biologiche siano più ricche di vitamina E, vitamina A, omega 3 e beta-carotene contenendo, d'altra parte, meno colesterolo e nessuna delle sostanze chimiche veicolate da farmaci e mangimi sintetici. Ma qual è letteralmente il prezzo da pagare per ottenere un tale concentrato di garanzie per la salute? Più elevato, naturalmente, ma rapportato alle quantità casalinghe non proibitivo: si parla infatti di pochi centesimi a uovo, variabile in base alla vicinanza con il luogo di produzione e ai conseguenti costi di trasporto.
Ne vale la pena? Bilancia dei pro e dei contro alla mano e personale scala delle priorità chiara in mente, a voi l'opportunità di decidere consapevolmente con quali uova riempire il vostro frigo.
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