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Il 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, si è svolta la cerimonia di premiazione di CinemAmbiente. Tra i vincitori, che vi presentiamo divisi per categoria, il pubblico ha premiato “The Babushkas of Chernobyl”, film che racconta con un approccio positivo la vita nella dead zone radioattiva che circonda la centrale.
Una fiumana di gente in fila per entrare al Cinema Massimo già ore prima della cerimonia di chiusura del 19simo festival CinemAmbiente. Il successo di pubblico -composto da appassionati di cinema ambientale di nuova e vecchia data- è ormai tradizione, così come l'atmosfera trasudante cultura che si respira nei vicoli attorno alla Mole nei giorni dell'evento.
“Anche se sono passati pochi mesi siamo riusciti a comporre un programma ricco di film ed eventi a dimostrazione della vitalità del cinema ambientale che continua a crescere con film sempre più numerosi, maturi e interessanti. Anche il Festival si dimostra vitale e in grado di attrarre le grandi produzioni italiane e internazionali” ha dichiarato Gaetano Capizzi, direttore del festival. “Ho osservato la composizione del pubblico, e mi sembra interessante segnalare che vi erano moltissimi giovani. Questo è un segnale positivo che ci fa ben sperare per il futuro. Possiamo dire che c’è una generazione nuova che si è resa conto che i problemi ambientali sono decisivi”. Le presenze, comprensive delle manifestazioni collaterali, si sono aggirate intorno alle 27.000, di cui circa 15.000 in sala: un aumento di circa il 20% rispetto alla passata edizione.
E il 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, è giunta dunque l'ora di premiare i migliori film in concorso. Come ogni anno, il Pubblico ha avuto la possibilità di esprimere la propria preferenza nei confronti del documentario internazionale che più lo ha entusiasmato o fatto riflettere. In questo CinemAmbiente 2016, nel trentennale della tragedia di Chernobyl, il riconoscimento è andato a “The Babushkas Of Chernobyl” (“Le Babushke di Chernobyl”, USA 2015, 70’) di Anne Bogart e Holly Morris. Il documentario racconta la strenua resistenza delle donne (le babushkas appunto, termine che in russo indica le nonne o, per estensione, le donne anziane), che caparbiamente e contro ogni divieto o raccomandazione, sono tornate a vivere nella loro amata terra d'origine. Si tratta della cosiddetta dead o exclusion zone che circonda l'ormai celeberrima centrale, teatro dello scoppio dell'altrettanto famoso reattore nel 1986. Qui trascorrono scanzonate, tra le radiazioni, gli anni che restano loro da vivere.
L'approccio originale del documentario gli è valso il plauso delle più autorevoli testate a livello mondiale. Nelle sale del Cinema Massimo i commenti raccolti non sono stati più avari di complimenti. “Film entusiasmante e sorprendente perché sebbene le premesse fossero angoscianti riesce a far emergere la speranza e la voglia di vivere di chi testardamente continua ad abitare la propria terra” ha affermato uno spettatore dopo la visione del lungometraggio.
Per quel che riguarda le altre sezioni, indichiamo qui di seguito il palmares completo di categorie e motivazioni: buona lettura e... buona futura, consapevole visione.
CONCORSO INTERNAZIONALE DOCUMENTARI
WHEN TWO WORLDS COLLIDE (Perù, 2016, 100’) di Heidi Brandenburg e Mathew Orzel
Motivazione:
Per la miscela di tecniche drammaturgiche che includono uno sviluppo narrativo in un arco di tempo molto ampio, una ricchissima ricerca di archivio e uno sguardo intimo sul protagonista e per l’approfondimento di un argomento specifico per una comunità locale che ha rilevanza su scala globale.
CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
ATTRAVERSO LE ALPI (Italia , 2016, 80') di Giancarlo Bertalero e Filippo Ciardi
Motivazione:
Il film racconta con un lungo lavoro di ricerca come il trasporto intermodale attraverso le Alpi sia un problema di cocente attualità. Una riflessione quindi sul rispetto del sistema alpino anche in relazione alle comunità che lì dimorano.
CONCORSO INTERNAZIONALE ONE HOUR
LA JEUNE FILLE ET LES TYPHONS (Francia, 2015, 52’) di Christoph Schwaiger
Motivazione:
Per la sua insolita protagonista, una ragazza che porta avanti la sua personale ricerca quale vittima dei cambiamenti climatici, dando una prospettiva di speranza a sé stessa ed al futuro della propria gente. Un film stimolante i cui contenuti raggiungono un pubblico vasto, anche giovane.
PREMIO FOOD SMART CITIES
BUGS (Danimarca, 2016, 76’) di Andreas Johnsen
Motivazione:
Per l’approccio creativo e divertente nella ricerca di ciò che tutti noi potremmo mangiare domani
PREMIO AMBIENTE E SOCIETÀ
GIURIA ARCOBALENO
LA LUNGA STRADA GIALLA (Italia, 2016 – 80’) di Christian Carmosino e Antonio Oliviero
Motivazione:
E’ un andare lento che mostra spaccati di vita quotidiana che possono essere colti solo all’andatura di un mulo. Forte è il contrasto fra i luoghi degli incontri e la freddezza della grande città.
MENZIONE SPECIALE LEGAMBIENTE
DEVIL COMES TO KOKO (Italia, 2015 – 49’) di Alfie Nze
Motivazione:
La migrazione dei popoli e delle risorse, il viaggio delle merci e dei rifiuti in un racconto che ci riguarda e che diffonde la terra dei fuochi come irresponsabilità dello sviluppo e accanimento del profitto. Europa e Africa che cercano una storia comune nello specchio delle date che rincorrono la colonia e la contemporaneità, nella conoscenza reciproca. L’Italia che alimenta l’interscambio nello studio e che esporta il peggio con la menzogna. Vari piani di racconto, testimonianze vere e libere, una ricerca dei fatti a volte complicata che tiene però il tempo della storia attuale e della sua condivisione con tutti noi.
MOVIES SAVE THE PLANET AWARD a Jacques Perrin.
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