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Per le PMI italiane, e per le micro imprese soprattutto, sfruttare le opportunità rappresentate dai fondi nazionali ed europei è ancora problematico. Quello derivante dalle complicazioni burocratico-amministrative collegate alla compilazione delle domande e alla rendicontazione delle attività è uno dei principali ostacoli da superare. Ma un valido aiuto, in particolare a livello informativo, può venire dalle associazioni di categoria.
Le PMI italiane continuano ad incontrare difficoltà nell’accedere ai fondi nazionali ed europei per il finanziamento dei propri progetti. Un’ulteriore conferma viene dall’indagine campione promossa da Nonsoloambiente. Come ci si poteva attendere, sono soprattutto le micro imprese a soffrirne maggiormente. Ma non si tratta né di mancanza di idee e progetti, né di mancanza di risorse umane e finanziarie. Anzi, oltre un terzo del campione dichiara di disporre di risorse dedicate a questo tipo di attività.
Le maggiori difficoltà sembrano essere di carattere burocratico-amministrativo. In primo luogo la mancanza di adeguate informazioni, ed in particolare (40%) la mancanza di informazioni tempestive sui bandi disponibili, seguita dall’eccessiva difficoltà riscontrata nella preparazione delle domande (33,3%). Soltanto per il 13,3% del campione ci sono impedimenti collegati alla mancanza di tempo e risorse umane, mentre nessuno ha segnalato la mancanza di risorse economiche. Il problema, a livello nazionale, è piuttosto serio. Secondo la CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, che dispone di un rinomato Ufficio Studi, l’Italia rischia oggi di perdere una parte dei 9,3 miliardi di euro di fondi UE non ancora certificati, su una dotazione complessiva di 46,4 miliardi riferita al programma 2007-2013.
Un’indagine condotta nel 2015 dal Distretto Campania Bioscience, evidenzia come nell’ambito delle opportunità di finanziamento collegate ad Horizon2020, solo 59 imprese abbiano potuto beneficiare dei fondi per la Fase 1 dello Sme Instrument, a fronte di oltre 800 domande presentate. Sempre secondo questa indagine, i principali motivi che determinano un tal numero di bocciature si riferiscono a: focus eccessivo sul progetto anziché sull’opportunità di business; presentazioni delle aziende scarsamente attraenti; assenza di informazioni relative alla concorrenza; scarso livello di innovazione del progetto che spesso mira a sviluppare prodotti già esistenti; assenza di riferimenti alla fase di commercializzazione dei progetti; domande senza requisiti, presentate semplicemente per “tentare la fortuna”.
Se gli ostacoli sono principalmente di natura burocratico-amministrativa, quali possono essere, allora, le soluzioni? Tornando al campione analizzato dall’indagine di Nonsoloambiente, gli strumenti ritenuti più utili ed efficaci per superare le difficoltà finora riscontrate nell’accesso ai bandi sono principalmente riferibili a: disponibilità di un servizio di assistenza lungo tutto il processo sino alla rendicontazione dei risultati (26,7%), disponibilità di un adeguato servizio di monitoraggio bandi (20%). Altre soluzioni riguardano la disponibilità di un servizio di supporto alla presentazione della domanda e il contatto con professionisti/consulenti incaricati. Per il 13,3% del campione, potrebbero essere utili incontri formativi a tema. E per ben l’80% del totale dei rispondenti, sarebbe utile che fossero le corrispondenti associazioni di categoria ad organizzare questo tipo di incontri.
Associazioni di categoria, dove siete?
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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