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Dal Presidente della Tanzania Magufuli a Gurib-Fakim, capo di Stato donna e biologa della Repubblica di Mauritius, all'ex Presidente dell'Uruguay Mujica: esempi di massime cariche politiche che hanno fatto e fanno del loro incarico un'opportunità di cambiamento in campo sociale e ambientale.
Grandi uomini fanno grandi i Paesi? Un quesito che è anche un augurio, soprattutto quando gli uomini e le donne in questione possiedono l'incarico di potere necessario a fare la differenza. Mentre le questioni ambientali acquisiscono un inevitabile, urgente peso sulla scena mondiale e Barack Obama dedica l'ultimo periodo della sua presidenza a porre l'accento sul riscaldamento globale, dallo scorso maggio a Mauritius governa Ameenah Gurib-Fakim, un Capo di Stato donna, biologa e ambientalista, cui si guarda con interesse e attenzione. Nel frattempo, la Storia presente e passata offre dimostrazioni concrete di personalità che hanno scelto di utilizzare il proprio ruolo per effettuare un cambiamento reale, non solo per mezzo delle decisioni imposte, ma anche e soprattutto con un contagioso buon esempio.
Il Presidente spazzino
John Magufuli, Presidente della Tanzania dal 25 ottobre 2015, nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé: immortalato in immagini che hanno fatto il giro del mondo, il leader si è impegnato in una vera e propria azione di clean up, scendendo personalmente in strada a rimuovere la spazzatura che si era accumulata attorno al palazzo presidenziale in occasione della festa nazionale per l'indipendenza.
A Malaguli, infatti, non è bastato abolire celebrazioni che riteneva inopportune per via dei costi eccessivi, in un Paese che combatte tuttora contro lo spettro del colera. Immediatamente ribattezzato “Presidente spazzino”, ha anzi invitato i cittadini a compiere la stessa operazione di raccolta nei rispettivi centri abitati. La smisurata quantità di rifiuti che sommerge il paese, oltre ad essere causa di infezioni e di conseguente mortalità, rivela un sistema di smaltimento inadeguato, soprattutto per quanto riguarda materiali ingombranti e non biodegradabili. Da qui nasce la necessità di mettere in pratica un progetto che, nell’immediato, si declina attraverso un programma di lotta alla plastica sostenuta dal Ministero dell'Ambente tanzaniano.
L'azione di “pulizia” non è che l'ultima iniziativa, in ordine di apparizione, di un uomo che, da quando è stato eletto, non ha fatto altro che operare nella direzione dell'austerità, oltre che di rispetto per l'ambiente. Tanto da meritarsi uno scherzoso tag su Twitter: #WhatWouldMagufuliDo, che cosa farebbe Magufuli per risolvere con saggezza e morigeratezza situazioni problematiche di varia natura?
Il Presidente povero
Per quanto le latitudini e le contingenze siano diverse, sorge spontaneo il parallelo con un'altra personalità emblematica e assolutamente fuori dal comune. José Alberto Mujica Cordero, ex Presidente dell'Uruguay: se il suo incarico è ormai un ricordo da un anno a questa parte, il suo peculiare, virtuoso modo di vivere e governare è passato, indimenticabile, alla Storia.
Contro ogni stereotipo che, quasi sempre a ragione, contraddistingue le più alte cariche politiche, Pepe Mujica è divenuto celebre per la rinuncia in favore dei poveri del 90% dello stipendio che gli era dovuto, e per accogliere i senzatetto all'interno della sua dimora, un’umile fattoria tradizionale in cui coltiva il proprio cibo. Questo modo di pensare e agire, unito all'amore per i deboli, per il suo popolo e per la terra gli sono valsi gli epiteti di “Presidente povero” o “Presidente contadino”. Non stupisce, dunque, che un atteggiamento di tale portata, figlio senso della misura che ha sempre messo in campo in contrapposizione al capitalismo tradizionale, si sia tradotto in una sostenibilità di fatto che impone di trattare con cura le risorse a disposizione. “Se l'umanità aspira a consumare come uno statunitense medio, non basteranno tre pianeti per vivere”: parola di Mujica, il Presidente più povero di sempre.
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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