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L'Unione Europea ha presentato una strategia per ottimizzare l'efficienza di impianti di riscaldamento e raffreddamento, responsabili del 50% del consumo energetico del continente. Il provvedimento rientra nel Pacchetto sulla Sicurezza Energetica recentemente lanciato da Bruxelles.
Impianti di riscaldamento più efficienti e sistemi di raffreddamento più sostenibili: traguardi non da poco visto che, secondo quanto ha dichiarato il Commissario europeo all'Energia e al Clima Miguel Arias Canete, caldaie e condizionatori “consumano la metà dell'energia Ue, per tre quarti sono alimentati da combustibili fossili, pesano sul 75% dei nostri consumi di gas e sul 13% di petrolio”.
Con questi dati e in testa gli ambiziosi obiettivi dichiarati in termini di riduzione di emissioni non stupisce che il pacchetto sulla sicurezza energetica, recentemente lanciato da Bruxelles, comprenda anche una strategia specificamente dedicata all'ottimizzazione dell'efficienza di caldaie e condizionatori di industrie, enti pubblici e privati cittadini.
"Il 90% degli edifici destinati alle abitazioni è inefficiente dal punto di vista energetico ed equipaggiato soprattutto con vecchie caldaie" ha continuato Canete, secondo cui c'è “molto lavoro da fare" nella direzione dell'efficientamento. La manovra coinvolge particolarmente l'Italia, in cima alla classifica dei consumi per il raffreddamento e al quarto posto - dopo Germania, Francia e Gran Bretagna - per energia utilizzata per il riscaldamento.
Proprio allo scopo di contenere la spesa energetica delle nostre case, entro la fine del 2016 nel nostro Paese è previsto l’obbligo di installare valvole termostatiche in tutti gli immobili, pena il pagamento di sanzioni variabili da 500 a 2500 euro, a seconda delle normative regionali. Dopo un primo investimento iniziale che, secondo uno studio condotto da ProntoPro.it, si attesta su una media nazionale di 78 euro a valvola, l’utilizzo delle testine termostatiche consentirà di ridurre i costi del riscaldamento domestico fino a circa il 23%, grazie a una gestione ragionata della temperatura in funzione delle reali esigenze in ogni specifico ambiente.
Ma non può e non deve finire qui: in una strategia pianificata e ben strutturata, un occhio di riguardo va riservato al ramo dell'industria, che pone l'Italia al secondo posto per domanda di energia, collocandola alle spalle della sola Germania. Le linee guida proposte dall'Unione mirano a contenere lo spreco dilagante di energia in ambito di riscaldamento e raffreddamento industriale, modificando approvvigionamenti e procedure con il fine di rendere l'intero sistema più efficiente. Facilitare la ristrutturazione di edifici obsoleti, incrementare l'uso delle rinnovabili, riutilizzare l'energia dispersa dal settore industriale instaurando un dialogo collaborativo con aziende e consumatori, in piena ottica di economia circolare: questi i pilastri attorno a cui si costruisce il piano d'azione europeo.
E dal punto di vista degli incentivi? In questo specifico settore, è già previsto un sostegno europeo che, ai fondi strutturali, accosta il programma per la ricerca Horizon 2020 e il piano strategico dell'Unione per le tecnologie energetiche. Per migliorare i collegamenti fra gli impianti alla rete elettrica e aumentare la quota di utilizzo di fonti di energia verde, si attende inoltre nel 2016 una proposta per una revisione del mercato dell'elettricità.
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