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L’industria Davines, player internazionale nel settore della eco- cosmesi creerà un villaggio della bellezza di oltre 11 mila metri quadrati dove convergeranno archittettura a basso impatto ambientale, condivisione e produzione sostenibile a km zero.
Una nuova esperienza di economia circolare e CSR, un progetto innovativo che metterà insieme tutela del paesaggio, standard etici e sociali, qualità ambientale dei prodotti e uso efficiente delle risorse, garantendo performance di mercato e compatibilità economica: ecco gli aspetti principali del villaggio della bellezza pensato da Davines, che sarà realizzato in Emilia Romagna, presso le Fiere di Parma e Roncopascolo dallo studio dell’architetto Matteo Thun.
Brand di fama internazionale di prodotti cosmetici professionali per l’acconciatura, Davines, fondato nel 1983 a Parma, nel 1996, ha creato la divisione cosmetica [ comfort zone ] per importanti stabilimenti cosmetici e Spa, tenendo sempre presente due principi cardine strettamente legati tra loro: la qualità dei prodotti e il rispetto per l’ambiente.
Tutto ciò in pratica si traduce in prodotti e saloni ad impatto zero, packaging ecologico e in diversi progetti per incentivare la sostenibilità tra cui l’ECO SALON CONTEST , ovvero un concorso mondiale lanciato da Davines per premiare i saloni emblema di impegno ambientale. Non solo, per promulgare questi concetti, l’azienda si è fatta promotrice di una campagna internazionale, I Sustain the Beauty, al fine di finanziare progetti virtuosi che possano mettere in pratica i valori aziendali, ovvero la bellezza declinata a livello artistico, sociale e ambientale garantendo al contempo l’interesse per la collettività.
Il nuovo villaggio della bellezza, sarà dunque una sintesi dei vari progetti che hanno fino ad ora caratterizzato l’attività di Davines e [ comfort zone ], dove si incroceranno ricerca e sviluppo, laboratori, un ristorante, una serra e spazi per i vari dipartimenti aziendali. Inoltre, la struttura si baserà su un mix di energie rinnovabili, con il fine di avvicinarsi il più possibile all’obiettivo impatto zero per tutto il ciclo produttivo.
In un’ottica di condivisione e trasparenza, tutto il villaggio della bellezza sarà visitabile, aprendosi alla comunità e avvicinandola ai concetti di sviluppo e archittettura sostenibile.
“Grazie alla progettazione e all’archittettura sostenibile, senza dubbio progetti come questo, possono avere una notevole visibilità mediatica e un’importante spinta propulsiva – commenta l’archittetto Paolo Irene - I benefici nel coniugare progetti eco-compatibili e CSR, sono evidenti sia in termini di marketing che di valore intriseco nella fase di realizzazione. Scegliere di costruire in maniera sostenibile per un’azienda significa risparmiare in termini energetici ma anche per quello che riguarda la logistica e la tempistica, soprattutto se si prediligono materiali di origine naturale, come il legno. L’archittettura sostenibile rappresenta la nuova frontiera per sperimentare e realizzare progetti che abbiano un alto valore estetico e un basso impatto ambientale, favorendo sviluppo economico e tutela del paesaggio da nord a sud del Paese”.
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