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A due mesi dal termine del grande evento globale di Milano abbiamo intervistato la Sustainability Manager della manifestazione. Ne sono scaturite delle riflessioni davvero interessanti.
Quando in redazione decidemmo di inaugurare una rubrica dedicata all’Esposizione Universale di Milano eravamo coscienti che sarebbe arrivato naturalmente il giorno in cui avremmo anche dovuto chiuderla. Quel momento è arrivato e per celebrare degnamente questo evento chi potevamo intervistare? Proprio lei, Gloria Zavatta, Sustainability Manager di EXPO Milano 2015.
Nella lunga e piacevole chiacchierata conosciamo una donna preparata, appassionata e affabile che ci racconta la grande storia di EXPO e i sei mesi lavorativi più lunghi della sua vita. La narrazione è inevitabilmente un caleidoscopio di aneddoti dove si scopre che:
• Misurare la sostenibilità è difficilissimo soprattutto di un grande evento, senza avere peraltro dati di benchmark con edizioni precedenti. In questo senso EXPO 2015 rappresenta un unicum, perché ha raccolto una mole di dati enorme da interpretare e usare come guida per le Esposizioni successive, Dubai 2020 in primis;
• Il progetto per la raccolta della differenziata ha visto convolti alcuni detenuti ed è stata un’esperienza emozionante e arricchente per tutte le persone coinvolte. L’organizzazione mettendo in bella evidenza i punti di raccolta ha voluto testimoniare l’importanza della raccolta dei rifiuti sensibilizzando e responsabilizzando i visitatori ma allo stesso tempi i Paesi partecipanti;
• La lotta allo spreco del cibo è stata serratissima ed è riuscita a ingaggiare in maniera virtuosa tutti i punti di ristorazione all’interno del sito espositivo.
• Attraverso il programma “Towards a Sustainable Expo” per la prima volta un’Esposizione Universale ha chiesto ai Paesi partecipanti di studiare assieme soluzioni per ridurre l’impatto ambientale della propria presenza, studiando innovative soluzioni per i propri padiglioni;
• Il cruccio è quello di non essere stati abbastanza incisivi nell’educare i tabagisti ad essere più rispettosi dell’ambiente e degli altri visitatori.
È così, nelle battute conclusive del nostro incontro, che emerge il senso vero del titolo del report di sostenibilità: Il Mosaico della Sostenibilità. Perché EXPO per quanto possa essere lodato o denigrato è stato sicuramente un grande laboratorio comune in cui ogni attore ha contribuito alla realizzazione dell’evento. È questa in fondo la vera legacy che Milano lascia al mondo e alle edizioni che verranno.
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