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Sempre più imprese scelgono di trasportare merci in bicicletta riducendo le emissioni e migliorando efficienza e risparmio economico. Ma servono nuove infrastrutture per valorizzare la mobilità sostenibile.
Si pensi a un baratto: ridurre le emissioni di gas serra, abbassando la soglia dell’inquinamento dell’aria, in cambio di un sensibile risparmio economico e di una maggior efficienza dei servizi. È l’effetto della diffusione delle cargo bike, il mezzo con cui numerose start up hanno deciso di rivoluzionare il settore del trasporto merci urbano a breve tratta, un mutamento già divenuto realtà e con un mercato sempre più in espansione che include sia abitanti che aziende.
D’altronde il momento è propizio, poiché da tempo diverse città italiane stanno attuando politiche di sensibilizzazione per convincere i cittadini a optare per la bicicletta, relegando macchine e motorini nel garage e trasformando un hobby salutare in una rinvigorente abitudine. E se i singoli, un po’ per pigrizia un po’ per le distanze lavorative, paiono ancora in parte restii a compiere questo passo verso la mobilità sostenibile, le aziende stanno agendo diversamente.
La prima iniziativa è comparsa a Milano nel 2008, quando Urban Bike Messengers è diventata l’impresa antesignana di eco-corrieri del Paese. Da lì in avanti, sono nate altre solide realtà come BiciCouriers (Milano), ItalianBikeMessenger (Modena), EcoBikeCourier (Genova) o la BycicleExpress cagliaritana, diffuse in tutta Italia con discreto successo.
Clicca qui per approfondire!Quest’ultimo deriva dal fatto che non si tratta soltanto di una politica ambientale, sempre utile per migliorare CSR e brand image, quanto di una concreta occasione per tagliare l’utilizzo di mezzi a quattro ruote e tutte le spese che ne comporterebbero l’adozione, dal carburante al mantenimento.
Tuttavia l'aspetto più sorprendente riguarda l’efficienza, poiché di primo acchito la bicicletta potrebbe sembrare incapace di garantire un servizio veloce quanto altri veicoli. In realtà, in presenza di città sempre più condizionate da congestione del traffico e zone a circolazione limitata, le cargo bike – secondo i dati Cyclelogistics in grado di portare fino a 200kg di merce - sono forse l’unico mezzo capace di eludere qualsiasi ostacolo e ridurre le tempistiche di tratta.
Certo permane l’eterno problema di infrastrutture non all’altezza di un cambiamento ecosostenibile che possa finalmente portare a una svolta all’insegna di eco-bus e due ruote a pedali. Nelle maggiori città italiane sono infatti ancora troppo poco diffuse e continuative le piste ciclabili, spesso logisticamente strutturate in modo da essere male integrate con i tradizionali sistemi stradali.
Lo sottolinea anche Giulietta Pagliaccio, presidente di FIAB, che definisce quello delle cargo bike come un “settore in crescita per cui serve un cambiamento netto della mobilità urbana, troppo complicata per le bici e ancor di più per mezzi che trasportano merci”, auspicando, tra le altre cose, “una ‘zona 30’ dove il limite dei 30 km/h sia uno standard di sicurezza certificato”. E, sicuramente, sarebbero utili anche incentivi politici ed economici per stimolare sempre più nuove imprese ad adottare l’approccio della mobilità sostenibile.
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