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Dal 2016 l'Europarlamento diventa la prima Istituzione ad annullare al 100% l’impatto di gas serra e alla COP21 inviterà gli Stati membri a seguirne l’esempio.
In una società civile le istituzioni dovrebbero sempre dare il buon esempio e diventare punti di riferimento, ancor più in periodi di difficoltà, e il Parlamento Europeo ha deciso di farlo concretamente. Dal 2016, intervenendo su emissioni di CO2, energia, carta e acqua, sarà infatti la prima istituzione europea ad annullare al 100% il proprio impatto di gas serra. Anche Ulrike Lunacek, la vicepresidente di EMAS – il sistema comunitario di ecogestione e audit – si dice soddisfatta “di un parlamento che fa la sua parte per limitare le conseguenze del cambiamento climatico e che continuerà a migliorare la messa in opera delle sue pratiche ambientali”.
In realtà i primi progetti green dell’Europarlamento sono attivi già da qualche anno. Dal 2007, per esempio, partecipa proprio ad EMAS, riducendo consumi elettrici, di oli pesanti e di gas, migliorando la propria capacità di riciclo dei rifiuti e riproponendosi di ridurre le emissioni di CO2 del 30% entro il 2020. E nel 2011 aveva già tagliato drasticamente le emissioni prodotte dagli impianti tecnici degli edifici e dai viaggi del personale.
Adesso, a pochi giorni dalla COP21 di Parigi a cui parteciperà con 15 delegati e chiederà agli Stati membri una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030, il Parlamento UE sembra voler fare sul serio, stanziando un finanziamento di 250.000€ per raggiungere l’obiettivo impatto zero. Inoltre, qualora dovessero manifestarsi emissioni di CO2 davvero inevitabili, allora controbilancerà con politiche di compensazione. Quest’ultime si declineranno in un sostegno economico a progetti mondiali basati su energie rinnovabili ed efficienza energetica, dando la priorità all’intervento in territori africani, caraibici e del Pacifico.
L’iniziativa compensativa dovrà rispettare il Gold Standard, ideato dal WWF e da alcune ONG nel 2003 e probabilmente lo standard di certificazione maggiormente riconosciuto a livello globale. Per farlo, oltre ad attuare un’effettiva riduzione delle emissioni, le politiche UE dovranno coinvolgere le popolazioni locali in cui avranno luogo i progetti, formandole ed incrementandone il know-how su aspetti pratici e cognitivi. Tutto ciò sempre rispettando gli obiettivi di riduzione e prevenzione delle concentrazioni atmosferiche di gas serra così come stipulato secondo la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.
Per l’europarlamentare Gilles Pargneaux, che ha redatto la risoluzione che il Parlamento EU presenterà alla COP21, l’impegno ambientale è “la guerra del Secolo. Prevenire il riscaldamento globale è essenziale per evitare ulteriori esondazioni, scioglimenti di ghiacciai o la scomparsa definitiva di sempre più terre coltivabili”. E anche i problemi socio-politici attuali – di certo non favorevoli all’ambiente - non devono limitare un obiettivo per cui vanno adottate soluzioni immediate, perché, afferma Pargneaux, “il cambiamento climatico non farà altro che accrescere anche i problemi migratori”.
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