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Secondo le direttive europee, a partire dal 2021 gli edifici di nuova costruzione dovranno rispettare i requisiti minimi per la classificazione nZEB - quasi ad energia zero. In Italia, la Lombardia anticipa i tempi.
Avete da poco familiarizzato con la nuova classificazione energetica nazionale degli edifici e con l'innalzamento del numero di categorie da sette a dieci? Ora è il momento di fare un passo in più e di memorizzare una sigla della quale si sentirà sempre più parlare negli anni a venire, ovvero nZEB.
Questo acronimo indica i nearly Zero Energy Buildings, ovvero gli edifici ad energia quasi zero: costruzioni che superano la frontiera della classe energetica A per ottenere consumi energetici ancor più ridotti. Una politica che coinvolge l'intera Europa e che ha trovato spazio anche nella normativa italiana, per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso: entro il 31 dicembre 2018 tutti gli edifici pubblici, scuole comprese, dovranno essere nZEB.
Il provvedimento non interessa soltanto il settore pubblico, Per i privati i tempi si allungano un po', ma l'obiettivo cambia poco: a partire dal 1 gennaio 2021, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno rispettare i requisiti minimi previsti per gli edifici ad energia quasi zero. In Italia, tali requisiti sono stati fissati tramite il Decreto Requisiti Minimi, in vigore dal 1 ottobre 2015.
Tutte le zone climatiche del Paese devono rispettare il limite di trasmittanza termica di U≤0,8 W/m2K per quanto riguarda i divisori orizzontali interpiano. E' prevista invece una deroga di 10 cm sulle altezze minime dei vani in caso di interventi di isolamento termico dall'interno e per la realizzazione di impianti di riscaldamento a pavimento. Inoltre, il Decreto ha introdotto nuovi standard di riferimento per quanto riguarda la trasmittanza termica dell'involucro edilizio, con valori correlati alle diverse zone climatiche italiane.
Le disposizioni interessano tutti gli edifici di nuova costruzione, gli interventi di demolizione e ricostruzione, le ristrutturazioni importanti di primo e secondo livello, gli interventi di ampliamento di edifici già esistenti e le riqualificazioni energetiche. Ogni Paese membro dell'UE ha la responsabilità di definire i requisiti minimi nazionali, ma resta un punto comune: la (poca) energia necessaria a soddisfare il fabbisogno degli nZEB, specificano le direttive europee, deve provenire il più possibile da fonti rinnovabili, meglio se tramite una produzione in loco o nelle vicinanze dell'edificio.
Con indicazioni precise riguardo a obiettivi e tempistiche, l'Unione Europea dimostra di credere fortemente negli nZEB: ancor più fiducia, in Italia, è stata mostrata dalla Regione Lombardia. Si tratta della prima Regione italiana (e unica per ora) a porsi come obiettivo l'applicazione dei requisiti minimi nZEB per gli edifici pubblici e privati già a partire dal 1 gennaio 2016.
Le conseguenze ricadranno non solo sull'ambiente, con una drastica riduzione delle emissioni di Co2, ma anche sul mercato immobiliare, il quale cambierà rapidamente volto: secondo una recente indagine condotta da Immobiliare.it, nel 2025 il 24% degli immobili in vendita e il 21% del patrimonio immobiliare nazionale sarà energeticamente efficiente.
La normativa nZEB darà una spinta anche al settore delle riqualificazioni energetiche, necessarie per evitare la perdita di valore degli immobili: secondo quanto riportato da Immobiliare.it, nel 2025 il 52% delle case attualmente esistenti avrà subito interventi di riqualificazione energetica.
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