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Il rapporto biennale del WWF presenta aziende sempre più attente alla tutela ambientale all’interno dei processi produttivi della filiera della carta. Ma è soltanto un punto di partenza.
Aziende sempre più responsabili e sostenibili nella produzione di carta e polpa di cellulosa. Questo quanto emerge dall'ultimo Enviromental Paper Company Index (EPCI)del WWF, strumento di analisi di portata mondiale che intende andare a verificare quanto le principali imprese del settore attuino politiche ecologicamente virtuose. Nello specifico, viene analizzata l’efficienza dei processi produttivi di carta per usi igienici, grafici, giornalistici, di imballaggio e di polpa di cellulosa.
Va detto che i dati del rapporto si riferiscono esclusivamente agli enti che hanno deciso di partecipare al progetto e che nel 2015 sono stati 31 – due gli italiani, Sofidel e Fedrigoni - comunque in aumento rispetto al 2013 (25) e al 2011 (15). Ancora troppo pochi, però, secondo Emmanuelle Neyroumande, Pulp and Paper Global Manager di WWF International, la quale ribadisce come “il WWF inviti tutte le aziende che hanno declinato la partecipazione di quest’anno ad acquisire familiarità con questo strumento e a prendere parte al prossimo EPCI che si terrà nel 2017”. Il WWF aveva infatti invitato 80 imprese, ma meno della metà ha aderito all’iniziativa.
Sebbene non se ne abbiano le controprove, è lecito pensare che le aziende che hanno preferito non assumersi tale impegno di trasparenza non abbiano ancora raggiunto un processo produttivo qualitativamente sufficiente. Anche perché, riguardando un settore così sensibile all’opinione pubblica e agli esperti di riferimento, l’EPCI non è soltanto uno strumento al servizio dell’ambiente ma anche un mezzo per divulgare le proprie performance, avere un ritorno d’immagine e dimostrare la propria responsabilità sociale.
Un’occasione che è anche un dovere, perché le industrie della polpa e della carta sono enti chiave per la conservazione delle foreste e devono quindi aspirare ad assumere la leadership di un’economia basata sulle risorse. Proprio le foreste sono infatti al centro di un problema di conservazione globale che va sempre più aggravandosi e che, secondo il Living Forest Report del WWF, potrebbe vedere il consumo di legno triplicarsi entro i prossimi 30 anni. Questo perché la domanda di carta continuerà ad aumentare e con lei la produzione, rendendo necessario il minor impatto ambientale possibile da parte di tutta la filiera.
I risultati dell’EPCI sono quindi un importante segnale di crescita sostenibile, che dev’essere però solo il primo passo di un’attenzione costante e duratura, non soltanto da parte delle grandi imprese ma anche dei singoli cittadini. Produzione e consumo sono sempre correlati tra loro, e la domanda, al di là dell’adozione delle più rispettose politiche ecologiche all’interno delle filiere, dovrebbe essere intelligente e limitata alle necessità. Troppi infatti ancora gli sprechi quotidiani, dovuti soprattutto alla persistente mancanza di consapevolezza di quanto la carta sia un materiale prezioso.
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