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Gli ultimi dati Anci-Conai e Ispra mostrano un'Italia con consumi in ripresa e risultati in crescita per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani: otto Regioni hanno già superato l’obiettivo Ue del 50% di riciclo dei rifiuti.
Buone notizie dagli ultimi dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia, che mostrano una situazione complessivamente positiva e fanno ben sperare in vista dei nuovi obiettivi europei. La UE aveva infatti imposto, all'interno dell'ultimo programma di azione ambientale, di promuovere l'economia circolare tramite efficienti modelli di produzione e consumo funzionali al riciclo, andando a limitare i costi economici e i rischi di approvvigionamento di materia prima dovuti alla scarsità delle risorse. In particolare, l'obiettivo UE prevede che entro il 2020 tutti gli Stati membri riciclino almeno il 50% di flussi di materiali prioritari.
Ad oggi, l'Italia è sulla strada giusta. Secondo i dati riportati da Anci e Conai nell'ultimo rapporto su raccolta differenziata e riciclo, sono ben otto le nostre regioni che hanno già raggiunto l'obiettivo: Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna ed Emilia Romagna. L'Italia si mette quindi in buona luce, dimostrando di essere preparata ad affrontare il passaggio da un'economia lineare ad un'economia circolare, grazie ad un percorso industriale efficace che possa trasformare i rifiuti in opportunità di sviluppo.
Se alla recente edizione del Forum Rifiuti l'Italia si era candidata ad essere leader in Europa, gli ultimi dati possono quindi essere letti come una conferma. "Mettono in luce come l'Italia sia un sistema virtuoso che non solo non ha niente da invidiare agli altri paesi ritenuti a torto migliori, ma che costituisce, all'interno dello stesso contesto europeo, un modello da imitare – spiega a margine del rapporto il delegato Anci ad Energia e Rifiuti, Filippo Bernocchi - e questo è vero anche in una situazione di crisi strutturale delle regioni del Sud, dove però iniziano a vedersi dei timidi segnali di miglioramento".
È anche vero che, sebbene nel 2014 la percentuale della raccolta differenziata effettuata sia aumentata del 3% rispetto all'anno precedente, toccando il 45,2% (pari a 13,4 mln di tonnellate), abbiamo raggiunto la percentuale impostaci a livello nazionale con ben sei anni di ritardo rispetto agli obblighi del 2008. Nel frattempo, l'obiettivo nazionale è salito al 65%, con le sole Veneto e Trentino Alto Adige che possono dirsi già in regola per il nuovo traguardo, mentre altre regioni come Calabria (18,6%) e Sicilia (12,5%) che devono ancora impegnarsi molto per mettersi alla pari. In particolare, nella raccolta pro capite si conferma ancora un marcato divario tra Nord e Sud, con una raccolta annuale pari rispettivamente a 281 kg contro 139 kg. Andando a vedere i risultati delle diverse tra le frazioni merceologiche, il rifiuto organico conferma il proprio primato con 5,7 mln di tonnellate raccolte.
Inoltre, Secondo quanto emerge dal rapporto rifiuti Ispra, i risultati soddisfacenti ottenuti per la raccolta non possono considerarsi altrettanto encomiabili per quanto riguarda il riciclo. Oltre ai costi ancora decisamente elevati, mancano infatti impianti adeguati e programmi mirati di investimento in ricerca e innovazione. Inoltre, c'è ancora troppa poca informazione sui danni e le conseguenze che può causare una cattiva gestione delle scorie, anche dal punto di vista del singolo cittadino.
Nel complesso, si registra un timido aumento della quantità complessiva di rifiuti prodotti, saliti dello 0,3% tra il 2013 e il 2014. Di dimensioni ridotte, è vero, ma si tratta comunque di un segnale economico importante, un'inversione di rotta rispetto ai trend precedenti che registra un confortante accenno di ripresa dei consumi.
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