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L'inquinamento è una delle principali cause di mortalità in Italia, ma quali sono i fattori che lo determinano maggiormente? Secondo i dati elaborati dall'Ispra, esiste una discrepanza tra percepito e realtà.
Che l'inquinamento sia uno dei nemici pubblici numero uno in fatto di danni ad ambiente e salute non è oggetto di controversia. Secondo i risultati del progetto VIIAS (Valutazione Integrata dell'Impatto dell'Inquinamento atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio e realizzato nel quadro delle iniziative del Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute, solo in Italia l'inquinamento dell'aria uccide infatti ogni anno oltre 30mila persone, calcolando solo l'effetto del particolato fine (PM 2.5). Il poco desiderabile primato va al Nord Italia, Lombardia in testa, mentre i rischi minori si registrano in Valle d'Aosta, Basilicata e Molise.
Ma quali sono i principali fattori che lo causano, quali i maggiori responsabili del rilascio di particelle nocive nell'aria che respiriamo, nell'acqua che beviamo, nel suolo con cui entriamo inevitabilmente in contatto? L'Elaborazione Ispra su dati 2014 della Commissione Europea rivela la percezione degli italiani in proposito, indicando come per l'80% degli italiani i principali colpevoli siano da individuare in aziende e industrie, seguite dalle istituzioni nazionali (70%) e dai cittadini stessi (69%).
Uno scenario poco confortante per le aziende, che conferma la necessità di mettere in atto una seria e attenta politica nei confronti dell'ambiente per affermare la loro credibilità e portare in attivo un bilancio che metta al centro sostenibilità e sicurezza. Soprattutto in seguito all'introduzione, tramite la legge n. 68 del 22 maggio 2015 di un illecito penale per i reati che danneggiano le risorse ambientali.
In realtà, le maggiori responsabilità in fatto di inquinamento non sono a esclusivo appannaggio dell'industria, che divide le luci della ribalta con il traffico veicolare, il riscaldamento domestico, l'agricoltura. In particolare, secondo i dati riportati sul sito dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, "i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei paesi membri dell'AEA e di più di un quinto delle emissioni di gas serra, nonché di una parte considerevole dell'inquinamento atmosferico e acustico urbano".
Un settore, quello della mobilità, che tocca tutti quotidianamente da vicino e distribuisce, quindi, democraticamente colpe e soluzioni. Soluzioni che possono essere messe in pratica a partire dalla sfera personale, con la scelta di mezzi sostenibili alternativi all'auto privata, fino alla sfera amministrativa, con una pianificazione ragionata di viabilità e offerta di trasporti pubblici che anteponga a tutto salute e bene comune.
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